Draghi: presto green pass Italia. Togliere mascherine? "Tra un paio di mesi"

Il premier durante il Global Health Summit: "Per la prima volta la normalità si avvicina, pronti ad accogliere turisti"

Ursula von der Leyen e Mario Draghi

Ursula von der Leyen e Mario Draghi

Roma - L'Italia avrà il suo 'green pass' prima di quello dell'Unione Europea. I turisti di tutto il mondo potranno tornare nel Belpaese e tra "un paio di mesi" gli italiani si potranno togliere le mascherine. "Per la prima volta la normalità si avvicina" ha detto oggi il premier Mario Draghi, Presidente di turno del G20, che con Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione Ue, ha riunito in videoconferenza da villa Pamphili sul tema della salute i leader di tutto il mondo, i principali produttori di vaccini e filantropi (Bill Gates compreso). ) "L'Italia è pronta ad accogliere turisti. Ci sarà un Green pass a livello europeo - sottolinea infatti il presidente del Consiglio -. Ma l'Italia ne avrà uno nazionale, in attesa di quello Ue. La cosa che ci rende speranzosi per il futuro e che ci dà la voglia di accogliere turisti da tutto il mondo è che la situazione epidemica in Italia sta migliorando".  Al termine del vertice, con una battuta, che suona tuttavia come un auspicio, il premier dice "Ancora no, un paio di mesi..." rispondendo a qualcuno, tra i fotografi, che chiede al presidente del Consiglio di togliere le mascherine: Draghi la sfila per prestarsi agli scatti, ma risponde sul lungo periodo, pensando a quando potremo fare a meno del dispositivo di protezione

Oggi a livello nazionale sono 5.218 i nuovi casi in calo rispetto a ieri,  218 decessi e indice di positivà a 1,8%. La campagna vaccinale avanza a ritmo sostenuto  - almeno una dose al 33% degli italiani, ma 4,5 milioni over 60 ancora scoperti - con l'apertura delle prenotazioni per la fascia over 40 che in Lombardia ha registrato adesioni altissime, mentre iniziano a svuotarsi considerevolmente da pazienti Covid le terapie intensive e i reparti generici. Decessi in trend decrescente ma non ancora quanto ci si augurerebbe, tanto che oggi la curva è risalita. Uno scenario che lascia sperare il passaggio in zona bianca di varie regioni. 

Draghi oggi si è detto soddisfatto per la Dichiarazione di Roma ed è convinto che "gli impegni saranno mantenuti". Per il premier gli Usa toglieranno il blocco dell'export ai vaccini. La Ue già esporta "il 50% della propria produzione". "E' inaccettabile - ha detto Draghi - che i Paesi più ricchi abbiano somministrato l'85% dei vaccini e quelli a basso reddito solo lo 0,3%. Dobbiamo assicurarci che i vaccini siano disponibili per i Paesi più poveri". La Dichiarazione di Roma impegna i Governi a donare ai Paesi più poveri soldi, diritti speciali di prelievo e vaccini. L'Italia ha gia' dato 86 milioni di euro al progetto Covax e altri 30 milioni a progetti multilaterali collegati. Il contributo italiano verra' incrementato almeno di altri 300 milioni di euro e "altri Paesi daranno di più". I Paesi più ricchi doneranno 100 milioni di dosi di vaccini e le aziende produttrici (Pfizer-Biontech, Johnson & Johnson, Moderna) si sono impegnate su 1,3 miliardi di dosi: nessun profitto con i Paesi più poveri, prezzi contenuti per i Paesi a medio reddito.

L'Italia - afferma Draghi - è "aperta all'idea, in modo mirato e limitato nel tempo" di sospendere i brevetti sui vaccini Covid 19. Ma questo non risolverebbe il problema dei Paesi più poveri. Produrre un vaccino è un lavoro complesso, che richiede "infrastrutture e know how". Per questo "l'Italia accoglie con favore l'iniziativa della Commissione Ue volta a produrre direttamente i vaccini nei Paesi a basso e medio reddito. Vogliamo coinvolgere le nostre aziende farmaceutiche e i nostri centri di ricerca per sostenere la produzione, in particolare in Africa. E lo faremo insieme a Francia e Germania". Per favorire la diffusione dei vaccini - dice Draghi - "l'idea è quella di fare una liberalizzazione temporanea e circoscritta dei brevetti, questa soluzione ha il vantaggio di essere semplice e diretta. Tuttavia poi i vaccini bisogna produrli e la produzione è estremamente complessa".

Draghi è convinto che la soluzione piu' semplice e immediata sia quella di rimuovere i blocchi all'export. "I vaccini anti Covid-19 - afferma Draghi - sono il prodotto di complesse catene di fornitura, che si estendono in molti Paesi, ognuno dei quali si basa sulla propria capacità e competenza industriale. La Dichiarazione di Roma difende giustamente il ruolo del sistema di scambi multilaterali e in particolare il ruolo centrale dell'Organizzazione mondiale del commercio. Dobbiamo preservare il commercio transfrontaliero ed eliminare barriere commerciali ingiustificate e divieti generali di esportazione. Questo è essenziale se vogliamo reagire efficacemente agli shock". L'Italia, Presidente di turno del G20, si fa guida per "una riposta globale alla pandemia". Da  Draghi c'e' però una notizia meno piacevole: "Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale". Le due iniezioni anti Covid pro capite del 2021 forse non basteranno.