Green pass, boom di certificati medici: le aziende arruolano gli investigatori privati

Valentina Tarricone di FirstNet security racconta l'incremento di richieste per controllare i dipendenti

Tom Selleck è Thomas Magnum uno degli investigatori privati più famosi della Tv

Tom Selleck è Thomas Magnum uno degli investigatori privati più famosi della Tv

Milano - Più 22,6%: è stato questo il boom dei certificati di malattia nel primo giorno del Green pass obbligatorio per i lavoratori, il 15 ottobre. Un dato che non è difficile mettere in relazione con il debutto dell'obbligo di avere la carta verde per lavorare (pena la sospensione dal lavoro e dallo stipendio). Una situazione che più di una persona non vaccinata (o non coperta da un tampone negativo effettuato nelle 48-72 ore precedenti) ha pensato di risolvere chiedendo al medico di certificare uno stato di malattia, spesso non reale.

"Nei giorni scorsi - spiega Valentina Tarricone, general manager di FirstNet security, una delle maggiori agenzie investigative d'Italia - c'è stato un boom di richieste delle aziende per le agenzie di investigazione privata. La necessità? Verificare che i dipendenti 'malati' fossero effettivamente a casa in malattia e non si dedicassero ad altre attività, magari per ditte concorrenti".

Valentina Tarricone di FirstNet security
Valentina Tarricone di FirstNet security

Le aziende, infatti, non possono sapere se un dipendente è in possesso o meno del Green pass (almeno fino a quando non arrivano in azienda) ma ricevono, naturalmente, i certificati di malattia dei dipendenti. E proprio il boom di questi documenti inviati il 15 ottobre ha reso in questi giorni più complicato effettuare i controlli: i medici fiscali non sono infatti sufficienti.

"Per questo diverse aziende, nel caso in cui sospettino della veridicità dei certificati medici, si rivolgono alle agenzia investigative", spiega Valentina Tarricone.

Una questione che ha diverse implicazioni fra cui il problema dei "medici compiacenti" che rilasciano certificati di malattia con disinvoltura. "Sì, ci sono diverse implicazioni, a noi spetta però il compito di verificare che il comportamento del dipendente senza entrare in altre questioni private", precisa Valentina Tarricone che insieme alla sorella Simona, titolare dell'agenzia, porta avanti l'attività di FirstNet security. "In molti casi le aziende hanno già idea di chi possa essere un dipendente da tenere d'occhio. Un po' per conoscenza, un po' perché siamo nell'era dei social. Faccio un esempio: se una persona negli ultimi mesi ha postato messaggi o condiviso informazioni 'no Green pass' inneggiando alla 'dittatura sanitaria' e da quando è scattata l'obbligatorietà ha fatto arrivare in azienda un certificato medico di malattia, la probabilità che sia un sistema per evitare la sospensione dal lavoro aumenta".

E con l'aumento dei certificati di malattia e un numero inadeguato di medici fiscali per effettuare controlli a "tappeto" molte aziende si rivolgono agli investigatori privati. E i casi di "false certificazioni" si moltiplicano. "Abbiamo verificato diverse situazioni. Da chi, invece di starsene comunque a casa e non incappare in controlli, va in palestra o a fare la spesa ma c'è anche chi si appartava nei parcheggi con le amanti: addirittura tre amanti diverse in tre giorni". Da dipendenti infedeli a infedeli a 360 gradi, ma qui si entra in un altro campo.