"E' un'offesa per le persone che sono morte in quella strage"

I familiari delle vittime di Giovanni Brusca contro la scarcerazione del boss per fine pena

Maria Falcone

Maria Falcone

"E' una notizia che sicuramente non mi fa piacere. E' un'offesa per le persone che sono morte in quella strage. Secondo me dovevano buttare via le chiavi". Così Giuseppe Costanza, autista del giudice Giovanni Falcone scampato alla strage di Capaci, commenta la scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca.  "Sono trascorsi 29 anni da quel giorno, ma né Falcone, né la moglie, né i ragazzi della scorta potranno mai ritornare in vita - aggiunge -. Che Paese è il nostro? Chi si macchia di stragi del genere per me non deve più uscire dalla galera". Se avesse la possibilità di farlo cosa direbbe all'uomo che azionò il telecomando che causò l'esplosione? "Niente. Non mi sento neppure di avvicinarmi a una persona del genere". 

"Sono indignata, sono veramente indignata. Lo Stato ci rema contro. Noi dopo 29 anni non conosciamo ancora la verità sulle stragi e Giovanni Brusca, l'uomo che ha distrutto la mia famiglia, è libero. Sa qual è la verità? Che questo Stato ci rema contro. Io adesso cosa racconterò al mio nipotino? Che l'uomo che ha ucciso il nonno gira liberamente?...". Tina Montinaro è la vedova di Antonio Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone, Ha appena appreso della scarcerazione di Giovanni  Brusca e non nasconde la sua amarezza.  "Dovrebbe indignarsi tutta l'Italia e non solo io che ho perso mio marito, Ma non succede. Queste persone vengono solo a commemorare il 23 maggio Falcone e si ricordano di 'Giovanni e Paolo'. Ma non si indigna nessuno".

Per Tina Montinaro, che oggi è in Polizia a girare per le scuole per raccontare chi era il marito, l'angelo custode di Falcone, tutta la Sicilia "dovrebbe scendere in piazza". "Sono davvero indignata e amareggiata - dice - Quando questi signori prendono queste decisioni, come la scarcerazione di Brusca, non pensano a noi familiari, non pensano alle vittime".  "Lo Stato non sta dando un grande esempio - dice - Abbiamo uno Stato che ha fatto memoria per finta. Mancano le parole. Cosa c'è sotto? A noi la verità non è stata detta e lui è fuori e loro continuano a dire perché ha collaborato... E' incredibile. O ha detto una verità che a noi non è stata raccontata". Insomma, per Tina Montinaro "c''è una giustizia che non è giustizia, allora è inutile cercare Matteo Messina Denaro, noi continuiamo a fare memoria, mi sa che c'è uno Stato che ci rema contro, una politica che ci rema contro...".

"Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell'ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno". Lo ha detto Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l'ex capomafia, poi pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l'esplosivo nella strage di Capaci. Nell'attentato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.