I giovani? Vedono il futuro nero: "Rischiamo di lasciare indietro una generazione esausta"

Sei su dieci hanno cambiato la propria visione a seguito della pandemia. Prevalgono incertezza (49%) e ansia (30%), che in alcuni casi si trasformano in paura (15%) e pessimismo (13%). I dati del Rapporto Censis

Milano, Galleria Vittorio Emanuele (Ansa)

Milano, Galleria Vittorio Emanuele (Ansa)

Milano - Più di sei giovani su dieci (62%) hanno cambiato la propria visione del futuro a seguito della pandemia: solo per il 22% il futuro sarà migliore, mentre il 40% ritiene che sarà peggiore. È quanto emerge dal Rapporto realizzato dal Censis per il Consiglio Nazionale dei Giovani e l`Agenzia Nazionale per i Giovani dal titolo: "Generazione post pandemia: bisogni e aspettative dei giovani italiani nel post Covid". Stando a quanto emerge dall'indagine manca una promessa di miglioramento e benessere per le giovani generazioni e di fronte a un futuro ignoto prevalgono incertezza (49%) e ansia (30%), che in alcuni casi si trasformano in paura (15%) e pessimismo (13%) soprattutto dinanzi a eventi le cui dimensioni e conseguenze vanno oltre la capacità di previsione e di intervento dei singoli.  

Secondo l`indagine, il 27% dei giovani dichiara che durante la pandemia la sua salute è peggiorata e la quasi totalità (97%) ha avuto almeno un piccolo malessere, tra mal di testa (69%), dolori articolari (57%) e problemi intestinali (42%). In aumento anche i disturbi del comportamento alimentare, quali l`anoressia e la bulimia: il 12% dei giovani tra i 18 e i 36 anni dichiara di soffrirne, in particolare il 13% delle donne e l`11 degli uomini, il 16% degli under 25 e il 10% di chi ha tra i 25 e i 36 anni.  Il 45% dei giovani dichiara, inoltre, che dopo la pandemia desidera trascorrere a casa più tempo possibile, con circa la metà degli under 35 (48%) che sviluppato una sorta di agorafobia. Il 47%, poi, dichiara di sentirsi fragile e il 32% si sente solo, quota che sale al 39% tra i giovanissimi. A soffrire di ansia e depressione, dopo il Covid, è ben 45% degli under 37enni (una percentuale che sale al 49% per gli under 25). 

"I dati del Rapporto evidenziano chiaramente come la questione generazionale stia trascinando sulla pelle di troppe ragazze e troppi ragazzi le conseguenze di una crisi che ha creato forti squilibri economici, sociali e psicologici che non solo minano alla competitività del Paese ma rischiano di lasciare, ancora, indietro una generazione esausta", ha dichiarato Maria Cristina Pisani, confermata presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani per i prossimi tre anni: "Ce n`è abbastanza per comprendere perché i giovani sempre di più scelgono di fuggire all`estero, perché non riescono a mettere su famiglia e fare un figlio e quali sono gli ostacoli che ancora oggi impediscono una loro piena emancipazione. Occorre riflettere su una concreta promessa di  futuro per arginare l`onda d`urto della crisi pandemica, economica e delle attuali sfide su un`intera generazione, che oltre ad essere la più povera è anche la più sola."  "In questo momento in cui il futuro appare così incerto a causa delle tante crisi in atto, i  giovani chiedono alla politica e alle istituzioni delle risposte chiare e delle azioni efficaci a tutela dell`ambiente, dei diritti e della pace, contro le diseguaglianze e le discriminazioni", ha aggiunto Lucia Abbinante, direttrice generale dell`Agenzia Nazionale per i  Giovani: "La sfiducia delle nuove generazioni, così chiaramente evidenziata nel Rapporto, è un dato che non si può più trascurare. Occorre ascoltare i giovani, coinvolgerli nei processi decisionali, favorire il loro attivismo, lasciare che esprimano idee, visioni e competenze e soprattutto garantire che essi abbiano accesso alle informazioni e alle opportunità."  

Per quanto riguarda il rapporto tra giovani e politica, dallo studio emerge che l`Italia è un Paese in cui comanda una gerarchia di adulti che faticano a lasciare i posti di potere: il 64% della popolazione pensa che ci siano troppi anziani ai vertici delle Istituzioni. Si tratta di un`opinione che è trasversale alle diverse fasce di età, seppure sia maggiormente condivisa da giovanissimi (77% tra i 18-24enni) e giovani-adulti (71% tra quelli che hanno tra i 25 e i 36 anni), e che ha i maggiori sostenitori tra Generazione Z e Millennials che vivono nel Nord-est (82%), tra i laureati (77%) e gli studenti (83%).  Grande è la sfiducia nei confronti della politica: circa sette giovani su dieci (69%) non si sentono rappresentati, con quote