Adriano Galliani: "Covid, prova durissima. Ringrazio la Madonna e Silvio Berlusconi"

Il dirigente ex Milan: "Ho pregato tutti i giorni Maria. Importante anche il sostegno degli amici, in particolare il Cavaliere"

Adriano Galliani allo stadio di Monza dopo il Covid

Adriano Galliani allo stadio di Monza dopo il Covid

Adriano Galliani ha fatto ricorso alla fede e alla spiritualità per combattere la sua difficile battaglia con il Covid, poi vinta al termine di una prova durissima, che ha comportato anche sette giorni in terapia intensiva. E' lo stesso ex amministratore delegato del Milan, attuale primo dirigente del Monza Calcio, impegnato nei playoff per conquistare la promozione in serie A, a raccontare la sua lotta contro il coronavirus, in un'intervista al settimanale "Maria con te" del gruppo editoriale San Paolo.  

La malattia e la paura

Galliani si è ammalato all'inizio di marzo, dopo alcuni contatti con altri dirigenti calcistici poi risultati positivi al Covid. Ora il dramma è superato, ma è stato un periodo difficilissimo. Affrontato con il conforto della fede. "Ho temuto di morire nei giorni terribili in cui, alle prese con i sintomi tipici della malattia, ho combattuto una dura battaglia per la sopravvivenza che non avrei vinto senza l'aiuto della fede - confessa l'amministratore delegato del Monza - Dal 10 al 17 marzo sono stato in terapia intensiva, una prova durissima, in particolare per me che sono claustrofobico. Mi sentivo fuori dal mondo, ansioso di rivedere l'azzurro del cielo: un incubo che mi ha fatto scoprire l'importanza delle piccole cose date per scontate". Importante anche il sostegno mostrato da alcuni amici storici, in particolare il Cavaliere Berlusconi, anche lui reduce dalla malattia. "Mi è stata preziosa anche la vicinanza, talvolta solo virtuale per forza di cose, dei veri amici cari - seguita Galliani - primo tra tutti Silvio Berlusconi, che non mi ha lasciato mai solo. Ma soprattutto devo ringraziare la Madonna che mi ha sostenuto: senza di Lei sarei sprofondato in un abisso".

Il conforto della preghiera

Galliani non nasconde di aver pregato in quei momenti in cui ha temuto per la sua vita: "Nel pericolo mi sono rivolto ogni giorno a Maria. Purtroppo non sono stato un buon cattolico, non rispettando sempre le regole, ma nel mio cuore non si è mai spenta la fede, intesa come una fonte di speranza e di forza - dice ancora il dirigente - Alla luce degli ultimi avvenimenti, dopo un esame di coscienza, mi rendo conto di avere sbagliato pregando Maria con tanta intensità mentre temevo per la mia vita e mi riprometto di rivolgere a Lei il mio pensiero anche nei periodi migliori". Il dirigente sportivo, ora alla guida del Monza, ha fatto anche un voto che ora intende rispettare: salire in pellegrinaggio al santuario della Madonna di San Luca a Bologna: "Voglio ringraziarla per il sostegno che mi ha dato durante la malattia. Ho parlato della mia esperienza senza retorica e non per dare di me stesso una immagine edificante. Essa ha solo il valore di una testimonianza di fede, con un messaggio rivolto a chi soffre e a chi, come me, ha superato la sofferenza: preghiamo nel male, ma anche nel bene, perché abbiamo sempre bisogno di Maria"