Figlio di Grillo accusato di stupro, i genitori della ragazza: farsa ripugnante

"Spettacolo sulla pelle altrui", dicono i familiari della 19enne presunta vittima attraverso il legale Giulia Bongiorno commentando il video di Beppe Grillo

L'avvocato Giulia Bongiorno

L'avvocato Giulia Bongiorno

Palermo, 19 aprile 2021 - "Siamo distrutti. Il tentativo di fare spettacolo sulla pelle altrui è una farsa ripugnante". Con queste parole, rilasciate in esclusiva all'Adnkronos attraverso il loro legale Giulia Bongiorno, i genitori della ragazza italo-svedese che ha denunciato di essere stata stuprata, nel luglio del 2019 in Sardegna, da Ciro Grillo, figlio del garante del M5S Beppe, e tre suoi amici, commentano lo sviluppo mediatico della vicenda. I genitori hanno visto il video mandato in rete da Beppe Grillo, in cui dice che il figlio è innocente e in cui parla di "divertimento". Il figlio di Grillo e i suoi amici sono indagati dalla Procura di Tempio Pausania per violenza sessuale di gruppo. "Cercare di trascinare la vittima sul banco degli imputati, cercare di sminuire e ridicolizzare il dolore, la disperazione e l'angoscia della vittima e dei suoi cari sono strategie misere e già viste, che non hanno nemmeno il pregio dell'''inedito'', dicono ancora i genitori della giovane, che aveva denunciato il presunto stupro al suo ritorno a Milano da una vacanza in Costa Smeralda. Nel video Grillo senior era andato all'attacco: "Mio figlio è su tutti i giornali come stupratore seriale insieme ad altri 3 ragazzi... Io voglio chiedere veramente perché un gruppo di stupratori seriali non sono stati arrestati, la legge dice che vanno presi e messi in galera e interrogati. Sono liberi da due anni, ce li avrei portati io in galera a calci nel culo". Sottolineando: "Allora perché non li avete arrestati? Perché vi siete resi conto che non è vero niente, non c'è stato niente perché chi viene stuprato fa una denuncia dopo 8 giorni vi è sembrato strano. E poi c'è tutto un video, passaggio per passaggio, in cui si vede che c'è un gruppo che ride, ragazzi di 19 anni che si divertono e ridono in mutande e saltellano con il pisello, così...perché sono quattro coglioni". Per la Procura di Tempio Pausania le cose sono andate diversamente, la giovane sarebbe stata "costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno", "afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka" e "costretta ad avere rapporti di gruppo", con i 4 giovani che avrebbero "approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica" di quel momento.  Dalle carte della Procura, riportate da Adnkronos, emerge "il residence"  in cui si sarebbe consumata la violenza tra il 15  e il 16 luglio 2019  "è stato individuato grazie a un selfie scattato" dalla giovane ragazza ed "è riconducibile a Beppe Grillo".