FEDERICA PACELLA
Cronaca

Febbre del Nilo, boom di contagi in Lombardia: a Milano spunta anche il virus Usutu

Su 25 casi rilevati negli uomini in Italia 12 sono nella regione. A Cremona e Mantova i 4 con conseguenze più gravi

La puntura di zanzara è il principale veicolo di trasmissione del virus West Nile

Milano – Si allarga a macchia d’olio la circolazione del West Nile virus. Non siamo ai livelli del 2022, quando la grande siccità aveva contribuito a creare le condizioni favorevoli per la diffusione del virus attraverso le zanzare, ma nell’ultima settimana si è registrato un incremento importante in Lombardia, dove, per altro, si è anche registrato il primo (e per ora unico) decesso in Italia.

Il bollettino dell’Istituto superiore di sanità pubblicato ieri ed aggiornato al 3 agosto rileva che su 25 casi di infezione nell’uomo 12 sono proprio in Lombardia. In particolare, 4 sono i casi manifestati in forma neuroinvasiva (2 a Cremona e 2 a Mantova, tutti autoctoni), raddoppiati in una settimana.

In quattro casi, l’infezione è stata rilevata grazie ai controlli effettuati sui donatori di sangue: un vero e proprio boom, visto che tutti e quattro i casi sono emersi proprio negli ultimi giorni. Infine, in 3 casi il virus ha provocato febbre (+2 rispetto all’ultimo bollettino del 27 luglio).

La sorveglianza tra gli animali testimonia la circolazione del West Nile virus in quasi tutte le province lombarde, visto che ne è stata confermata la presenza in 6 pool di zanzare catturate tra Pavia, Milano, Brescia e Mantova, in un gufo nel Mantovano e in una cornacchia nella provincia di Varese.

Sempre grazie al sistema di sorveglianza integrata, questa settimana è stato individuato a Milano un pool di zanzare in cui è risultato presente il virus Usutu (già trovato nel Mantovano), simile al West Nile. L’attenzione è su zanzare ed uccelli selvatici: le punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo, mentre l’infezione non si trasmette da persona a persona.

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

Le attività di sorveglianza dei casi umani importati e autoctoni si attuano per tutto l’anno: la Lombardia è però una delle regioni in cui viene rafforzata dai primi di maggio a novembre, in quanto area endemica.