Lombardia, 230mila famiglie vivono in povertà energetica: nelle case popolari una su tre patisce l’inverno

Il 5 per cento dei nuclei familiari va in crisi finanziaria per pagare le bollette di luce e gas. Va peggio nelle zone pedemontane e montane

Il 30 per cento delle famiglie nelle case popolari è infatti in condizioni di disagio energetico

Il 30 per cento delle famiglie nelle case popolari è infatti in condizioni di disagio energetico

Circa 230 mila famiglie della Lombardia fanno fatica a pagare le bollette ed sono considerate in “povertà energetica”. La notizia si basa sugli ultimi dati disponibili – riferiti al 2021 – e anticipa di poche settimane l’uscita dal mercato tutelato dell’energia fissato dal Governo al primo gennaio 2024.

Una famiglia è in povertà energetica quando il pagamento delle bollette di luce e gas mette in difficoltà il nucleo. A soffrirne sono soprattutto le famiglie a basso reddito e quelle che vivono in zone ad alto dispendio energetico, come le comunità montane

Vive in questa condizione il 5,1 per cento delle famiglie lombarde, contro l'8,5 per cento della media nazionale. Ma, tra quelle con una spesa mensile inferiore a 1.015 euro o a 1.350 euro per una coppia con un figlio, la percentuale di povertà energetica sale al 49 per cento.

Percentuale di famiglie in povertà energetica nei vari comuni lombardi
Percentuale di famiglie in povertà energetica nei vari comuni lombardi

I Comuni più a rischio

Tra i comuni più a rischio ci sono quelli pedemontani e montani non turistici, a causa di condizioni climatiche sfavorevoli, abitazioni di qualità inferiore e minore capacità di spesa. La spesa media per metro quadro necessaria per mantenere le abitazioni ad una temperatura adeguata varia da 11 a 60 euro per metro quadro, con i Comuni montani, dell'Oltrepò e di alcune fasce della Pianura Padana che hanno costi medi maggiori degli altri.

Milano e i Comuni nel raggio di una trentina di chilometri sono invece quelli a minor rischio di povertà energetica. In linea generale, inoltre, si è dimostrato che per chi vive in un'abitazione costruita dopo il 2010 la probabilità di essere in povertà energetica è 10 punti percentuali inferiore a chi vive in un'abitazione costruita prima del 1950.

Il ruolo del teleriscaldamento

Infine, i dati mostrano che fino al 2019 non c'era differenza tra le famiglie con riscaldamento a metano e quelle con teleriscaldamento, ma a partire dal 2020 il livello di povertà energetica delle famiglie con teleriscaldamento aumenta, mentre è rimasto stabile per chi usa il metano.

Rilevanti anche le differenze tra proprietari, locatari e famiglie inquiline di Edilizia residenziale pubblica (Erp). Il 30 per cento delle famiglie nelle case popolari è infatti in condizioni di disagio energetico, contro l'11.5 per cento delle famiglie con un contratto di affitto e solo il 2,7 per cento delle famiglie proprietarie.

La ricerca

I dati sono emersi da una valutazione del Comitato paritetico di Controllo e valutazione della Regione Lombardia presieduto dai consiglieri regionali Claudio Mangiarotti di Fratelli d'Italia e Massimo Vizzardi di Azione-Italia Viva, congiuntamente con la Commissione Ambiente e Protezione civile presieduta da Alessandro Cantoni di Lombardia Ideale. 

La ricerca è stata illustrata dalla professoressa Paola Valbonesi dell'Università degli Studi di Padova e dal professor Raffaele Miniaci dell'Università degli Studi di Brescia, in collaborazione con l'Ufficio studi, analisi leggi e Politiche regionali del Consiglio regionale, la Dg Casa e housing sociale di Regione Lombardia e dagli Uffici di Aler Bergamo Lecco Sondrio, Aler Brescia, Cremona e Mantova, Aler Milano, Aler Pavia e Lodi, Aler Varese, Busto Arsizio, Como, Monza e Brianza.