Eitan in Israele. La zia: "Non è stato rapito, in Italia non stava bene"

Ma intanto la Procura di Pavia apre un'inchiesta e la comunità ebraica condanna il sequestro del piccolo

Eitan Biran nell'ultima foto scattata dai genitori sulla cabina

Eitan Biran nell'ultima foto scattata dai genitori sulla cabina

Non è bastato il terribile trauma della perdita di mamma, papà, del fratellino e dei bisnonni. Il piccolo Eitan, unico sopravvissuto alla tragedia della funivia del Mottarone, finisce al centro della contesa di due gruppi parentali - da una parte quello di papà e dall'altra quello di mamma - che litigano per contenderselo. "No, non l'abbiamo rapito: lo abbiamo portato a casa. Siamo stati obbligati, non avevamo più saputo quali fossero le sue condizioni mentali e di salute". Così Gali Peleg, zia materna che ha caricato su un volo privato il piccolo e se l'è portato in Israele. Gali Peleg non ha precisato dove il bambino si trovi adesso in Israele. "Ci stiamo prendendo cura di lui - ha proseguito - sia dal punto di vista medico sia di quello mentale". La zia materna ha poi spiegato che il bambino "prima era in condizioni mentali non buone. Al termine delle nostre visite piangeva, chiedeva se aveva fatto qualcosa di male". Rispondendo poi ad una domanda su come si mettesse la famiglia in Israele rispetto alla Convenzione dell'Aja, Gali Peleg ha detto di "non essere coinvolta in questo aspetto, non ne conosco i dettagli. Lasciamo che siano i legali a parlare. Non dimentichiamo che i genitori sono sepolti in Israele e che lui - ha osservato - finalmente si è riunito con la famiglia che conosce». Ad una domanda sulla tutela del bambino data dal giudice italiano alla zia paterna Aya -, la prima a poter parlare al piccolo dopo il risveglio - Gali Peled ha risposto: "A me il lato legale non interessa. Abbiamo agito per il bene del bambino. Noi non ci interessiamo della convenzione dell'Aja. Solo il bene di Eitan ci interessa. Cosa avremmo potuto mai dirgli se, da grande, ci avesse rinfacciato di non averlo riportato in Israele, o almeno di aver tentato?". Intanto la Procura di Pavia ha aperto un'inchiesta per sequestro di persona.

La sindaca di Stresa

"Eitan è arrivato in Italia che aveva appena un mese ed è cresciuto qui. Dopo il trauma subito stava lentamente ritrovando un pò di equilibrio. Mi lascia l'amaro in bocca sapere che è stato sradicato dai suoi punti fissi". La sindaca di Stresa, Marcella Severino, interviene così sulla vicenda del bambino unico sopravvissuto alla tragedia dello scorso 23 maggio sul Mottarone, la montagna che si affaccia su Stresa e sul Lago Maggiore. "Ancora un mese fa ho parlato con la zia del bimbo, Aya, e sapevo che era preoccupata. Spero che questa situazione si possa risolvere in fretta, per il bene del bambino  e che queste persone capiscano che possono fare i nonni venendo a trovare Eitan in Italia".