Entra in vigore il nuovo Dpcm, Fontana: "Trasporti e scuola ignorati: decreto bocciato"

Il giudizio del presidente della Regione è "negativo" perché il provvedimento dell’esecutivo non asseconda il voler espresso da Palazzo Lombardia

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana

Milano, 14 ottobre 2020 - Il decreto varato lunedì notte dal Governo per aggiornare le misure di contenimento del contagio da Coronavirus non soddisfa Attilio Fontana. Il giudizio del presidente della Regione Lombardia è «negativo» perché il provvedimento dell’esecutivo non asseconda il voler espresso da Palazzo Lombardia e da altri governatori in fatto di trasporto pubblico e scuola (qui il Pdf del nuovo Dpcm). 

Per approfondire Nuovo Dpcm, il testo definitivo. Ecco il decreto Covid 

«Nel leggere, finalmente, il Decreto prendo atto con rammarico che non vengono affrontati temi fondamentali come la didattica a distanza per le classi delle scuole superiori e l’affollamento dei mezzi pubblici, laddove l’inizio delle scuole e la mobilità pubblica si sono rivelati due degli aspetti che più hanno influenzato l’aumento della curva epidemiologica» commenta Fontana. «Verifico che poco o nulla è stato recepito dal confronto tra i governatori dal quale erano emerse numerose osservazioni e richieste di miglioramento – rincara il presidente lombardo –. Il provvedimento adottato dal Governo, nella versione finale, risulta essere confuso, contraddittorio e in molte sue parti inattuabile. Quindi il giudizio, nel suo complesso, non può che essere negativo». In particolare, Fontana aveva chiesto che gli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori tornassero a fare lezione da remoto per alleggerire, così, la pressione sui mezzi pubblici. E di prevedere ristori per le attività penalizzate dalle restrizioni previste dal nuovo decreto. Parole, quelle del governatore, che suscitano la reazione delle opposizioni.

«Abbiamo l’impressione che Fontana non abbia chiare le differenze tra il contenuto del decreto e le proposte di un singolo governatore –replica Paola Bocci, consigliera regionale del Pd –. Oltre tutto, si preoccupa di una modalità di didattica che in Lombardia viene di fatto già applicata. Perché, invece, non pensa a potenziare il trasporto pubblico che è una competenza della Regione? Fontana – conclude Bocci – fa sua, grossolanamente, una proposta del presidente Zaia, a proposito della didattica a distanza per le ultime classi delle scuole superiori. Ma non considera la fondamentale importanza, per i ragazzi di quell’età, di frequentare in presenza le lezioni. E comunque, a quanto pare, non sa che moltissime scuole lombarde del secondo ciclo, con grande fatica organizzativa, tengono aperto facendo didattica digitale integrata, cioè un po’ in presenza un po’ a distanza».

«Nuovo decreto e vecchi commenti da parte del governatore, siamo sicuri che possa fare di più – attacca Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle –. Il decreto ribadisce le restrizioni e concede alle Regioni il potere di agire se le situazioni locali si dovessero complicare, quindi Fontana se lo desiderasse potrebbe essere meno conservativo e più innovativo, ma ultimamente sembra tutto avvenga a sua insaputa. La nostra regione sta soffrendo in tutti i settori, ed è nelle facoltà del presidente e della Giunta regionale proporre delle misure innovative, ad esempio ci sarebbe piaciuto discutere di una strategia sulle vaccinazioni, della riapertura delle scuole, degli asili nido, dei contributi alle famiglie che sono obbligate a tenere i figli a casa a causa del Covid, della strategia di smaltimento delle liste d’attesa, dei tamponi rapidi, dei medici scolastici, delle rette per le RSA, dei servizi ai disabili. Invece il dibattito su questi temi è pressoché nullo».

La contraerea è affidata a Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionbale: «Il Governo licenzia l’ennesimo decreto da teatro dell’assurdo ma i consiglieri regionali della minoranza, anziché prendersela con chi l’ha concepito, attaccano a vuoto il presidente Fontana per averne messo in luce le falle, cosa che peraltro hanno fatto anche molti amministratori locali e associazioni di categoria. Alcuni esponenti dell’opposizione sono talmente obnubilati da pensare che ogni critica al Governo comporti l’antico reato di lesa maestà: dovrebbero prendersela anche con i governatori del loro schieramento, ad esempio con Stefano Bonaccini (Emilia Romagna ndr), che hanno presentato un documento correttivo».