Circo, la dinastia Togni: dal clown Aristide al cavallerizzo Vinicio, due secoli di storia

Lutto per la morte di Holer, stuntman più famoso d'Italia. La famiglia, tra tragedie e successi, è entrata di diritto nella storia del mondo circense

Flavio Togni nel 2011, quando riceve il Clown d’Oro al Festival del circo di Montecarlo

Flavio Togni nel 2011, quando riceve il Clown d’Oro al Festival del circo di Montecarlo

Da Aristide che si innamorò della cavallerizza Teresa De Bianchi nell'Ottocento, fino a Vinicio, clown d'argento al festival monegasco del 2014. Due secoli di storia del circo, per quella che è a tutti gli effetti la dinastia dei Togni. Il capofamiglia, Aristide, nacque a Pesaro nel 1853. Lui e la sua famiglia, secondo l'enciclopedia Treccani, erano dei "fermi": in gergo indica chi non fa parte del mondo del circo. Faceva l'impiegato in Comune, studente di ingegneria: il matrimonio con la De Bianchi, figlia del direttore del circo Torinese, diede il via a una nuova vita: si specializzò come clown e nel 1882 fondò il circo Vittoria.

La nascita del Circo nazionale Togni

La coppia ebbe otto figli che iniziarono a lavorare come acrobati, cavallerizzi ed equilibristi. Nel 1919, con l’autorizzazione di Vittorio Emanuele III, nacque il Circo nazionale Togni. La dinastia fu prolifica e negli anni Trenta il circo godeva ormai del favore del pubblico: alle scuderie ricche di cavalli si aggiunsero le gabbie con gli animali feroci. Il circo alternava le tournées nel tendone a quelle nei teatri. La concorrenza dei grandi complessi stranieri era molto forte e nel 1938 il circo rischiò di essere messo in liquidazione. Ma resistette. 

Incendi, incidenti, Guerra

In un incendio scoppiato nelle scuderie del circo a Ventimiglia, nel 1921, morirono venti cavalli. Nel 1945, inveve, un deragliamento ferroviario in zona Rubiera (Reggio Emilia) provocò diversi morti, anche a causa delle aggressioni degli animali scappati dalle gabbie: nove leoni, una iena, un boa e parecchie scimmie. Il circo non si fermò nemmeno durante la seconda guerra mondiale. Molto materiale fu requisito: i cavalli, insieme agli autocarri e ai trattori, presero la via della Germania e furono sostituiti con buoi e carri. Ercole Togni lavorò poi in segreto per i partigiani, usando la mobilità del circo per salvare ebrei, comunisti, antifascisti e costrinse alla resa alcuni nazisti arroccati in un albergo nei dintorni di Como.

La prima tournée in Egitto

Nel 1948, fu il primo complesso italiano a visitare l’Egitto. Fu una tournée trionfale, per la quale si scomodò addirittura il sovrano, il re Fārūq che invitò gli artisti a un pranzo. Alla fine degli anni Quaranta i Togni eccellevano in tutte le discipline circensi, in particolare nell’acrobazia equestre e nel trapezio volante. Possedevano e addestravano numerosi animali, tra cui tigri, leoni, elefanti e cavalli. Ercole creò anche un trio clownesco, i Sorellini, insieme ai figli Wioris e Darix. In seguito il nano Franco Medori, detto Checco, subentrò a Ercole. Nel 1951, il numero fu bruscamente interrotto a causa di un incendio avvenuto a Bolzano, nel quale Medori perse la vita.

La scissione

Nello stesso anno, avvenne la prima scissione familiare. I Togni si divisero in tre grandi imprese indipendenti: tre circhi, uno per famiglia. Ercole fondò il Circo Darix Togni, Ugo il Massimo Circo Togni, Ferdinando il Circo Ferdinando Togni. Negli anni Cinquanta dalla dinastia dei Togni emersero almeno tre artisti che conquistarono reputazione internazionale: Ferdinando come addestratore di cavalli; Cesare come trapezista; Darix come domatore di belve. Tutti diventarono direttori dei tre grandi circhi legati ai rispettivi rami familiari.

Il cinema e le imprese

Darix, in qualità di domatore e controfigura, partecipò a numerosi film, come ad esempio Spartaco e Il più comico spettacolo del mondo. Nel 1959 il circo compì un’impresa che gli procurò grande visibilità: sulle orme del cartaginese Annibale, attraversò le Alpi con una carovana formata da tre elefanti, oltre che da cammelli, da dromedari, da lama e da muli. Altre tragedie, poi: il 29 dicembre 1962, a Milano, un incendio devastò l’intera struttura uccidendo un elefante, tre cavalli e sette serpenti. In quegli anni i tre circhi Togni si affermarono insieme a quelli delle famiglie Orfei, Palmiri, Casartelli e Canestrelli.

Anni Settanta e Novanta

Negli anni Settanta i fratelli Darix e Wioris decisero di dividersi. Livio, Corrado e Davio, figli di Darix, si riunirono dando vita al Circo I figli di Darix Togni. Nel 1990 fondarono poi Il Florilegio. Il debutto in Francia fu un successo, apprezzato tanto dal pubblico quanto dalla critica. Nel 2001 Livio fu eletto senatore con Rifondazione comunista. Il figlio di Wioris invece, Divier, ideò diverse strutture, tra cui i Palasport di Milano, di Torino e di Genova. Si occupò della parte organizzativa dello spettacolo Stunt Cars, realizzato insieme al fratello Holer, considerato uno dei migliori stuntman d’Europa. Negli anni Settanta lo show aprì la strada agli spettacoli con auto e moto acrobatiche.

I successi a Monte Carlo

Infine è stato il circo di Lidia Togni a fregiarsi di uno dei più recenti successi ottenuti a Monte Carlo. Suo figlio Vinicio, con un numero equestre, nel 2014 ha ottenuto il clown d’argento nel festival monegasco. Per quasi due secoli, di generazione in generazione, la dinastia Togni ha saputo tramandare la passione per il circo. Disse Darix: "La famiglia ci unisce, ci difende, ci fa resistere ad ogni assalto degli elementi naturali e del destino. Credo nel Circo perché credo nella famiglia e nella sua forza morale. Credo nel Circo perché è lo spettacolo più onesto, sano, pulito".