Il lavoro dopo la maternità? Spesso è un miraggio. I numeri sulle dimissioni delle madri

L’ultima relazione dell’Ispettorato nazionale del lavoro lancia l’allarme: in Lombardia il record di addii al posto

La maternità è spesso un ostacolo alla prosecuzione della carriera (Archivio)

La maternità è spesso un ostacolo alla prosecuzione della carriera (Archivio)

Milano, 9 dicembre 2023 – Gli ultimi dati contenuti nella relazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, sulle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri, fanno suonare un campanello d’allarme in Lombardia. Si conferma infatti la regione con maggior numero di convalide: 15.086 nel 2022 e 12.023 nel 2021.

In tutti gli ambiti territoriali prevalgono nettamente le convalide relative alle lavoratrici madri, che rappresentano il 69% di quelle emesse nel Settentrione (67% nel 2021). E il numero di convalide di dimissioni-risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri, attesta ancora la Lombardia con il maggior numero, 10.687 (8.334 nel 2021).

"I dati – spiega Eloisa Dacquino, segretaria confederale Uil Lombardia - confermano la necessità di un potenziamento complessivo della rete dei servizi, l’attuazione di politiche che favoriscano concretamente il corretto equilibro tra vita professionale e personale. Occorre superare la logica dei bonus e promuovere azioni che siano strutturali ed efficaci nel tempo, e che riguardino in egual misura uomini e donne”.

"La realizzazione delle donne – prosegue la sindacalista – è di fatto ostacolata con la maternità. Se guardiamo alla relazione Inl sulle dimissioni 2022, ai risultati del rapporto Ocse-Pisa che attesta il più alto divario tra ragazze e ragazzi italiani in termini di apprendimento della matematica e agli ultimi dati riferiti al gender gap occupazionale, possiamo affermare senza ombra di dubbio che le donne continuano ad essere discriminate nel nostro Paese, maggiormente esposte a rischio di esclusione e disuguaglianza anche in una regione come la Lombardia e quanto poco si stia facendo contro gli stereotipi di genere che pesano sin dai primi anni scolastici".