Dania Mondini e il collega petomane in stanza: "Non stai con lui? Calci nel sedere"

La denuncia della giornalista Rai: uno dei dirigenti accusati avrebbe ventilato l'ipotesi di punizioni corporali in caso di rifiuto a condividere il locale con il cronista affetto da flatulenza

Dania Mondini (foto FB)

Dania Mondini (foto FB)

Roma - Mobbizzata a furia di peti: un nuovo capitolo nella vicenda della giornalista del Tg1 Dania Mondini, costretta a restare in una stanza con un collega affetto da flatulenza. La cronista sarebbe stata minacciata dai suoi capi, dopo aver protestato per il trattamento che le starebbe stato riservato. "Mi dissero resta lì o non lavori più". Questa una delle frasi, riportate da Repubblica, contenute all'interno della denuncia presentata ai carabinieri per i presunti atti persecutori subiti.

Non solo. Mondini si sarebbe lamentata, oltre che delle fastidiosi abitudini del collega, di suoi presunti rapporti con la 'ndrangheta. E a lamentarsi del giornalista "petomane" non sarebbe stata solo Mondini, ma anche altri due reporter Rai, anche loro evidentemente costretti alla spiacevole convivenza. Ebbene, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano romano, i dirigenti della tv di Stato avrebbero garantito alla giornalista e ai due colleghi che la situazione si sarebber presto risolta e che, comunque, "I redattori che non stanno nella stanza con lui, come ha deciso il direttore, devono essere presi a calci in cu*".

Una volgarità su cui, così come sull'intera vicenda, proseguiranno gli accertamenti della procura generale che ha preso in mano il fascicolo dopo una prima richiesta di archiviazione della magistratura ordinaria. L'ipotesi di reato è stalking sul posto di lavoro. Sotto accusa ci sono cinque dirigenti della Rai: Filippo Gaudenzi (sarebbe sua la frase sui calci), Andrea Montanari, Piero Damosso, Costanza Crescimbeni e Marco Betello. Se le accuse dovessero passare l'esame dell'indagine prelimare, per i cinque funzionari arriverà la richiesta di rinvio a giudizio.

Dania Mondini avrebbe manifestato in più di un'occasione il rifiuto a condividere gli spazi con il collega solito emettere gas maleodoranti. Le sue proteste sarebbero state ripagate con ulteriori ritorsioni: sarebbe stata presa a male parole dopo piccoli errori e le sarebbero stati assegnati servizi su vicende considerate di poco conto, dettaglio che l'ha portata a parlare di demansionamento