Covid, ecco come e perché il governo vuole cancellare lo stato di emergenza

Dallo smart working al green pass cosa succederà dopo il 31 marzo?

Green Pass

Green Pass

Lo stato di emergenza che ci accompagna da oltre  due anni scadrà il prossimo 31 marzo e il governo non pare intenzionato, stante lo stato attuale della pandemia, a prorogarlo. Verrebbe così a meno uno strumento che ha permesso misure veloci e procedure agili nella lotta al Covid ma anche permesso lo smart working o l'uso delle mascherine.  Entro questa data si capirà anche se resterà o meno il green pass: anche se è probabile che resti in vigore almeno fino al 15 giugno.

Una decisione globale  però non è ancora stata presa e lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza ha già detto che "ogni valutazione è prematura", rimandando la scelta definitiva all'avvicinarsi della scadenza. Un po' oltre si è spinto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: "Togliere le mascherine all`aperto è un segnale di ritorno alla normalità. Adesso dobbiamo arrivare a non prorogare lo stato d`emergenza".

Cosa accadrà?

Una soluzione, in caso non venga prorogato è spacchettare e redistribuire le competenze  tra a ministeri e Regioni,  stilare un elenco dettagliato di tutte le misure in vigore per capire se e quali prorogare. Per capirci anche lo smart working, il green pass e delle mascherine al chiuso ma non solo.  C'è da rivedere tutta l'ossatura che  ha retto la battaglia contro il Covid.  Da prevedere  anche un  passaggio di consegne alla Protezione Civile di quelle che oggi sono competenze specifiche della struttura comandata del generale Francesco Figliuolo.

Una strada che il governo Draghi ha già indicato con il decreto con cui ha prorogato lo stato d'emergenza, quello della vigilia di Natale: all'articolo 1 è scritto che "il capo del Dipartimento della protezione civile e il Commissario straordinario per l'emergenza adottano anche ordinanze finalizzate alla programmazione della prosecuzione in via ordinaria delle attività necessarie al contrasto e al contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-19".

Vaccini e vaccinazioni

In concreto significa che alcune competenze, come la gestione dell'acquisto dei vaccini, resteranno in capo al ministero della Salute, al quale dovrebbe finire anche tutto ciò che riguarda gli acquisti di farmaci per la lotta al virus. Allre Regioni dovrebbero invece tornate tutte le competenze su ciò che riguarda la campagna vaccinale e gli eventuali richiami, con un graduale passaggio della gestione dai grandi hub ai medici di famiglia, ai pediatri e agli ospedali.

Logistica

Poi c'è il problema della logistica, quello che aveva reso necessario arruolare il generale Figliuolo. Logistica, distribuzione di farmaci e vaccini,  dai dispositivi di protezione individuale ai ventilatori polmonari e il loro acquisto ora sono competenza di Figliuolo,. Tra le ipotesi avanzate a dicembre c'era quella di creare una struttura di missione ad hoc a palazzo Chigi o un passaggio delle competenze dalla Struttura commissariale alla Protezione civile. Un nodo che non è ancora stato sciolto anche perché il Dipartimento opera in deroga alle norme ordinarie nell'immediatezza e in vigenza dello stato d'emergenza, non quando se ne decreta la fine.

Smart working

Poi ci sono, e sono tra le più sentite dagli italiani, tutte le misure connesse allo stato d'emergenza, a partire dallo smart working. Il lavoro agile con il ritorno alla normativa ordinaria dovrà essere definito con accordi individuali tra azienda e lavoratori, il tutto probabilmente sarà inserito in un quadro generale di principi nel quale si inseriranno anche i contratti di categoria.

Mascherine al chiuso

Il Dipartimento della Protezione Civile, nei mesi scorsi, ha fornito al governo un  elenco delle norme in vigore e dei provvedimenti di riferimento, con l'obiettivo di individuare quali misure portare avanti magari passandoli ai mnisteri o enti competenti e quali lasciar cadere con la fine dell'emergenza,. Andrà deciso se sciogliere o meno il Comitato tecnico scientifico,  se prorogare l'uso delle mascherine al chiuso o toglierlo definitivamente come da venerdì avverrà all'aperto, ad eccezione delle Campania dove Vincenzo De Luca ha firmato un'ordinanza che ne proroga l'utilizzo fino a fine febbraio.  Non c'è alcun automatismo che possa definire da ora la decadenza dell'obbligo dell'uso delle mascherine al chiuso a partire dal primo aprile, ovvero successivamente alla eventuale fine dello stato di emergenza. Tutto dipenderà dall'andamento del quadro epidemiologico. Lo si apprende da fonti qualificate di governo che ipotizzano l'utilizzo dei dispositivi di protezione anche dopo il 31 marzo

Green pass e lavoro

Infine, è questo è uno dei nodi più difficile da sciogliere, è il  futuro del green pass. Al momento l'uica certezza è che per i lavoratori over 50 l'obbligo è previsto fino al 15 giugno.