Mascherina aperto: quando usarla (dopo 11 febbraio). E al chiuso? Cosa succede da 31 marzo

L'ordinanza di Speranza da venerdì. Gli scenari per i prossimi mesi. Determinante la curva epidemiologica. Bassetti: con 95% persone protette la metteremo in soffitta

Milano - Una certezza c'è. Tra pochi giorni, precisamente da venerdì 11 febbraio, in tutta Italia (a prescindere dalla zona) l'obbligo di indossare la mascherina sarà solo al chiuso. A sancirlo - come già anticipato dal dibattito degli scorsi giorni - è stata l'ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza. "Fino al 31 marzo 2022 è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private", si legge nel provvedimento. L'ordinanza specifica inoltre che l'obbligo "non sussiste quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l'isolamento da persone non conviventi. Sono fatti salvi, in ogni caso, i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché le linee guida per il consumo di cibi e bevande nei luoghi pubblici o aperti al pubblico". 

"Le disposizioni sull'uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie - prosegue il documento - sono comunque derogabili esclusivamente in applicazione di protocolli validati dal Comitato tecnico-scientifico". Si precisa inoltre che l'uso della mascherina "integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio". Obbligatorio, fino al 31 marzo, portare sempre con sé la mascherina e indossarla anche all'aperto in caso di assembramento. "Fermo restando quanto diversamente previsto da specifiche norme di legge o da appositi protocolli sanitari o linee guida, nei luoghi all'aperto - si legge nel documento - è fatto obbligo sull'intero territorio nazionale di avere sempre con sé i dispositivi di protezione delle vie respiratorie e di indossarli laddove si configurino assembramenti o affollamenti".  Durante l'attività sportiva non è obbligatorio indossare le mascherine di protezione anti-Covid. Il provvedimento ricorda anche che "non hanno l'obbligo di indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo". Ma cosa accadrà dal 31 marzo? Smetteremo di usare le mascherine al chiuso? E se sì, dove? Stando a quanto emerso tutto dipenderà dall'andamento del quadro epidemiologico: non ci sarebbe quindi alcun automatismo che possa definire da ora la decadenza dell'obbligo dell'uso delle mascherine al chiuso a partire dal primo aprile, ovvero successivamente alla eventuale fine dello stato di emergenza. L'obbligo potrebbe proseguire quindi oltre questa data. 

Cosa dicono gli esperti

Per Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute e professore di Igiene all'università Cattolica, la situazione pandemica Covid "è in netto miglioramento. Sta evolvendo proprio come avevamo previsto: un gennaio catastrofico, con centinaia di migliaia di contagi e 10mila morti; un febbraio in diminuzione con un numero di casi che si sta mano mano dimezzando, ma ancora tanti morti che sono la coda; un marzo in cui presumibilmente avremo l'appiattimento della curva; un aprile e un maggio buoni; un luglio e agosto ottimi. Ovviamente se non interverranno altri fattori, come eventuali nuove varianti, che speriamo davvero non ci siano". "Ma con tutto questo - avverte - se noi pensiamo che sia finita avremo un'ennesima disillusione, considerando che questo virus ci ha riservato molte sorprese, con tre varianti, una più diffusiva dell'altra, in un solo anno. Un evento eccezionale ma con i virus non si può mai sapere".  "Dire via la mascherina all'aperto tout court è sbagliato. In questo momento, nelle zone dove non ci sono assembramenti, si può togliere, ma va tenuta se ci sono molte persone vicine. Bisogna portarla sempre con se e metterla quando è necessario", dice, all'indomani dell'ordinanza che prevede dall'11 febbraio lo stop alle mascherine all'aperto, salvo che in alcune circostanze, e che invece ne mantiene l'uso (almeno) fino al 31 marzo nei luoghi chiusi. Per Matteo Bassetti, Direttore Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino di Genova, la mascherina "all'aperto è inutile, mentre lo è ancora sui trasporti pubblici o al chiuso. Toglierla il 31 marzo? Se arriviamo al 95% di persone protette la mascherina la potremo mettere in soffitta". "La mascherina al chiuso, ad esempio in una sala riunioni, la terrei. La manterrei anche sui mezzi pubblici fino a che non c'è proprio un significativo calo. All'aperto il grosso degli italiani ha capito il senso" della mascherina "è una protezione fisica, se c'è affollamento e posti dove non si può essere distanziati, la mettono" ha detto Guido Rasi, consulente del commissario per l'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo e direttore scientifico di Consulcesi, ospite di 'TimeLine' su SkyTg24. 

Bollettino Covid oggi 9 febbraio: contagi e decessi in Italia e Lombardia

In un mese casi dimezzati: da 200mila a 100mila al giorno

Ma come si muove la curva dei contagi dopo il picco Omicron? Oltre 220mila casi, un'incidenza-monstre ampiamente oltre i 2.000 casi settimanali per centomila abitanti, ricoveri e terapie intensive in aumento, tassi di positivita' che sfiorano (e in un paio di occasioni superano) la quota record del 20%. Era lo scenario della curva epidemica in Italia a metà gennaio, quando Omicron stava per arrestare una corsa che sembrava inarrestabile per iniziare una discesa che dura ancora oggi e che di fatto ha dimezzato questi numeri. In meno di un mese i nuovi casi giornalieri sono passati da una media di circa 200mila, con il picco di 220.532 registrato l'11 gennaio, a meno di 100mila (la media aggiornata a ieri parla di 96.858 casi al giorno). L'incidenza settimanale riassume questo trend: il 14 gennaio si tocca il picco di 2.161 casi settimanali per centomila, ieri il dato era sceso a 1.144, comunque altissimo (si pensi che per garantire il tracciamento la soglia massima e' 50 casi per centomila) ma praticamente dimezzato, e con un trend ancora in calo. Dopo tassi di crescita mostruosi registrati nella seconda metà di dicembre, ben oltre il 100% settimanale, ossia il raddoppio, la curva ha iniziato a piegare ai primi di gennaio, rallentando vistosamente fino a invertire la rotta il 18 gennaio, giorno in cui per la prima volta si registra un incremento settimanale negativo. Che si è rafforzato fino ad arrivare al -31% attuale. Lo scorso anno la curva ebbe un andamento simile, anche se spostato all'indietro di un paio di settimane, e dopo il calo arrivò una fase di stasi e poi di ripresa a marzo, per poi imboccare decisamente ad aprile la strada della discesa estiva. 

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Ansa)
Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca (Ansa)

Campania: obbligo all'aperto fino al 28 febbraio

In Campania l'uso delle mascherine all'aperto "resta obbligatorio, sul territorio regionale, in ogni luogo non isolato - ad esempio nei centri urbani, nelle piazze, sui lungomari nelle ore e situazioni di affollamento -nonché nelle file, code, mercati o fiere ed altri eventi, anche all'aperto, e nei contesti di trasporto pubblico all'aperto quali traghetti, battelli, navi". Lo stabilisce l'ordinanza firmata oggi dal governatore Vincenzo De Luca, valida - in deroga alle norme nazionali - fino al 28 febbraio. Il testo conferma le anticipazioni diffuse stamane dalla Regione. 

Mascherine all'aperto, De Luca: in Campania obbligo resterà per tutto febbraio