Covid, influenza australiana e virus sinciziale: rischio pressione sugli ospedali

L'infettivologo Bassetti: "Il Natale amplifica sicuramente la velocità di giro dei microrganismi, rischiamo la tempesta perfetta soprattutto nelle Regioni meno organizzate"

Milano, 25 dicembre 2022 -  Influenza, Covid, ma anche il virus sinciziale, i virus para influenzali e il rinovirus. Sulla loro contemporanea circolazione gli esperti si dicono ''preoccupati'', a maggior ragione durante il periodo delle festività. Così l'assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato. "Secondo l'alert che ha dato il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), la contemporanea circolazione del Covid e dell'influenza australiana può causare una pressione sulle nostre strutture ospedaliere. Su tutto il territorio nazionale''.

Cresce la H3N2

Poco Covid, ma tanta influenza. Precisamente la H3N2, conosciuta come 'Australiana', che sta mettendo sotto pressione gli ospedali italiani. "Per quanto riguarda il coronavirus la situazione è ampiamente sotto controllo. I numeri in continua discesa e i positivi ospedalieri sono legati più ai tanti tamponi effettuati, di cui si potrebbe fare a meno, che ai problemi di tipo respiratorio", dice all'AGI l'infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova. "Ci saranno ancora casi sparuti - spiega - ma non avremo più quei numeri che vedevamo l'anno scorso. Mi preoccupa un po' invece questo moltiplicatore di influenza: il Natale amplifica sicuramente la velocità di giro dei microrganismi, quindi rischiamo la tempesta perfetta, soprattutto nelle Regioni meno organizzate che quindi non sapranno gestirlo". 

Calano i contagi Covid

Ancora in discesa gli indicatori epidemiologici del Covid-19: calano i contagi, l'indice di trasmissibilià Rt, l'incidenza e c'è un lieve decremento nell'occupazione delle terapie intensive e una riduzione di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari. I decessi che salgono però dell'11%. Mentre corre la diffusione della sottovariante BQ.1 la cosiddetta Cerberus, con tutte le sue derivate. Secondo il bollettino settimanale del ministero della Salute, i nuovi contagi scendono del 21,2% nella settimana dal 16 al 22 dicembre, mentre i tamponi calano del 6,8% e i decessi registrano un aumento dell'11%: in sette giorni sono 798 i morti contro i 719 della settimana precedente.

I dati dell'Oms

Dall'ultima rilevazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) l'Italia risulta il quinto paese a contare più morti dopo Stati Uniti, Giappone, Brasile e Francia. L'Istituto Superiore di Sanità (Iss) nel suo monitoraggio settimanale indica che l'indice di trasmissibilità del Covid-19 basato sui casi con ricovero ospedaliero è in diminuzione e sotto la soglia epidemica. L'Rt medio calcolato sui casi sintomatici si attesta infatti a 0.91 nel periodo 30 novembre-13 dicembre contro lo 0,98 della settimana precedente. Diminuisce anche l'incidenza dei casi di Covid in Italia a 7 giorni per 100mila abitanti: 233 (nel periodo 16-22 dicembre 2022) rispetto a 296 (9-15 dicembre).

Le regioni a rischio

La regione Puglia è classificata a rischio alto per molteplici allerte di resilienza; quattro (Calabria, Emilia Romagna, Sardegna e Sicilia) sono a rischio moderato e sedici classificate a rischio basso. Valori in diminuzione anche negli ospedali: il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende a 13,7 dopo il 14,8% precedente e c'è un piccolo calo anche per il tasso di occupazione in terapia intensiva dei malati di Covid che scende al 3,1% rispetto al 3,2% di una settimana fa. Anche se sono 10 le regioni con l'occupazione di posti letto in area medica non critica sopra la soglia di allerta del 15%. L'Umbria è in testa con il 39%. Per le intensive il valore più alto è della Calabria con 9,5% (vicino alla soglia critica del 10%).

Cerberus e le sue derivate

Le varianti restano sorvegliate speciali. L'Iss segnala nel nostro Paese un "significativo aumento" della sottovariante di Omicron, la BQ.1, cosiddetta Cerberus, con tutte le sue derivate: è pari al 64,1 (contro il 30,7% della precedente indagine dell'8 novembre). In base alla nuova indagine, la variante Omicron raggiunge il 100%. BA.5 rimane ampiamente predominante, con una prevalenza a livello nazionale pari a 90,6% (contro il precedente 91,5%). BA.4 continua il suo decremento, da una prevalenza pari a 1.95% a 0,3%.

Influenza: possibile rimbalzo

"I dati sull'epidemia di influenza di questa settimana confermano un calo complessivo dei casi, quindi, verosimilmente, abbiamo superato un picco importante. Ma è ancora un possibile un rimbalzo". Lo spiega all'Adnkronos Salute il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'Università Statale di Milano, commentando i dati 'Influnet' di questa settimana.  Per Pregliasco "è ancora necessaria attenzione, anche perché Sars-Cov-2 non è scomparso, circola ancora ed è importante il buon senso nei contatti tra le persone", conclude.