Covid, inchiesta morti Bergamo. Crisanti: “Restituita la verità agli italiani”

Il microbiologo ha firmato la maxi consulenza depositata dai pm di Bergamo nell’indagine sulla gestione della pandemia

Andrea Crisanti

Andrea Crisanti

Bergamo, 2 marzo 2023 –  Sul Covid “si restituisca la verità agli italiani”. Con queste parole il professor Andrea Crisanti, microbiologo all'Università di Padova e ora senatore del Pd, che ha firmato la maxi consulenza depositata ai pm di Bergamo nell'indagine sulla gestione del Covid nella Bergamasca che vede tra gli indagati l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro Roberto Speranza e il governatore della Lombardia Attilio Fontana. 

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“Restituita agli italiani la verità”

"La motivazione principale mia e della procura è stata tentare di restituire agli italiani la verità su quelli che sono stati i processi decisionali che hanno portato a determinate scelte”, ha dteto Crisanti commentando l'esito della sua maxiconsulenza sulle morti ‘evitabili’ a corredo delle indagini della Procura della repubblica di Bergamo sulla gestione dell'emergenza Covid-19 in provincia, conclusa con il deposito degli atti su 17 indagati, tra cui l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro Roberto Speranza e il presidente della Lombardia Attilio Fontana.

"Una mappa logica”

Crisanti non ha avanzato accuse ma ha definito la perizia "una mappa logica su quello che è successo” nei primissimi giorni dell'emergenza. In base a un modello matematico, si era appreso, se fosse stata istituita in Val Seriana una 'zona rossa’, al 27 febbraio i morti sarebbero stati 4.148 in meno, e al 3 marzo 2.659 in meno. Una stima calcolata giorno per giorno, da quando si ebbe conferma dei primi casi di diffusione del Coronavirus nel nostro Paese.  "Questa perizia - ha ribadito Crisanti - ha avuto l'obiettivo di ricostruire i fatti, quindi non è un atto di accusa, ma è il tentativo di restituire una parte di verità su come si sono svolti i fatti, in particolare per la Bergamasca che è stata una delle aree più colpite da questo evento”.

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“Una risposta per le famiglie”

Crisanti ha ricordato di aver "lavorato 18 mesi a questa perizia, che ha richiesto la lettura di decine di migliaia di pagine e centinaia di provvedimenti. La cosa particolarmente preminente che mi ha guidato è stata la volontà di contribuire a dare ai familiari delle vittime una ricostruzione della verità di quel che è successo. Ho cercato di dare una risposta che fosse la più asettica e scientifica possibile" ha evidenziato.

“Metodologie usate per i disastri aerei”

Le metodologie utilizzate da Crisanti sono state "particolarmente innovative, perché nessuno prima aveva osato affrontare dal punto vista periziale una situazione così complessa. Per risolvere il problema dell'ospedale di Alzano - ha in particolare notato - abbiamo usato le metodologie che vengono usate per i disastri aerei, per scandagliare in maniera minuziosa ogni possibile relazione causale”. “Abbiamo utilizzato dati - ha aggiunto - che ci hanno permesso di ricostruire puntualmente, giorno per giorno, la dinamica dell'epidemia, e utilizzato modelli matematici altamente predittivi e validanti, che ci hanno permesso di trarre delle conclusioni».

Nessuna correlazione con il Veneto

Non vi sono invece, a detta dello scienziato, correlazioni possibili con un'altra esperienza di 'zona rossa’ in Italia, che venne decisa il 21 febbraio intorno a Vò Euganeo, in Veneto. “Lì - ha voluto precisare Crisanti - è stata fatta un'azione imparagonabile a quella della Lombardia, sarebbe come comparare le mele con le pere. È chiaro che prima si chiude e più diminuisce il numero delle persone malate, e quello dei decessi. Nel caso di Alzano però il problema è diverso. Nella perizia bisognava verificare e capire se determinate decisioni erano state prese consapevolmente, con la conoscenza dei fatti e con la consapevolezza dei rischi”, ha concluso.

"Imbarazzo per fuga di notizie”

“Il primo commento”, dopo che ieri - mentre l'inchiesta di Bergamo si avviava verso la chiusura - sono circolati i nomi degli indagati, “è che questa situazione mi trova in grave imbarazzo, perché è una fuga di notizie quando i destinatari degli ipotetici avvisi di garanzia non hanno ancora ricevuto nulla e sono in una situazione di attesa e vulnerabilità, e non si possono difendere”, ha concluso Andrea Crisanti, che ha firmato la super consulenza per la procura di Bergamo impegnata in questi 3 anni nella ricostruzione delle prime fasi della pandemia Covid, in una delle aree più colpite dal virus. “In una situazione di questo genere – ha commentato Crisanti - penso che la sobrietà sia la cosa più giusta. E il rispetto per tutte le persone”.