Bergamo, chiusa l’inchiesta Covid: 19 indagati, ci sono anche Conte e Fontana

A tre anni dallo scoppio della pandemia, la Procura dovrà accertare eventuali responsabilità. Sotto la lente mancata zona rossa e piano pandemico

Bergamo, marzo 2020: i camion dell'esercito trasportano le bare

Bergamo, marzo 2020: i camion dell'esercito trasportano le bare

A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, ha straziato la Bergamasca con oltre 6mila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente, la Procura ha chiuso l’inchiesta per epidemia colposa.

Il procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota, con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, sotto la supervisione del Procuratore Antonio Chiappani, hanno tirato le somme di un’indagine con cui si è cercato di far luce e individuare le responsabilità, eventuali o meno, di quella tragedia che ha lasciato una profonda ferita. 

Gli accertamenti, che si sono avvalsi di una maxi consulenza firmata da Andrea Crisanti, microbiologo dell'Università di Padova e ora senatore del Pd, hanno riguardato tre livelli: uno strettamente locale, uno regionale e il terzo nazionale.

Nel mirino degli inquirenti e degli investigatori della Guardia di finanza sono finiti non solo i morti nelle Rsa della Val Seriana e il caso del Pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo chiuso e riaperto nel giro di poche ore, ma soprattutto la mancata istituzione di una zona rossa uguale a quella disposta nel Lodigiano nonché i mancati aggiornamenti del piano pandemico, fermo al 2006, e l'applicazione di quello esistente anche se datato che comunque, stando agli elementi raccolti, avrebbe potuto contenere la trasmissione del Covid.

Da quanto è trapelato, tra gli indagati ci sono l'allora premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, l'ex assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. Gli avvisi di conclusione dell'indagine sono in via di notifica. Tra gli indagati figurerebbero inoltre l'ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo e l'ex capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Le ipotesi di reato sono di epidemia colposa, omicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d'ufficio. Per quanto riguarda la posizione di Conte e Speranza, si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri. Nel comunicare la chiusura delle indagini, la Procura di Bergamo ha precisato che "la conclusione delle indagini, com'è noto, non è un atto d'accusa".

L’associazione dei familiari delle vittime Covid19 #Sereniesempreuniti ha commentato così la notizia: “Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni”. A commentare la chiusura delle indagini anche Pierfrancesco Majorino, sfidante di Attilio Fontana alle recenti elezioni regionali: “Sul piano politico gli errori della Regione sulla gestione complessiva del Covid sono già evidenti a prescindere da eventuali responsabilità giudiziarie, che verranno definite nelle sedi competenti”. 

Giulio Gallera, una delle figure di spicco nei mesi caldi della pandemia in virtù del suo ruolo in Regione, ha dichiarato che “abbiamo affrontato il Covid a mani nude e, sulla base delle pochissime informazioni delle quali potevamo disporre, abbiamo messo in campo le decisioni più opportune per affrontare l'emergenza”. Riguardo all’inchiesta, l’ex assessore precisa: “Ho sempre garantito ogni forma di collaborazione con la Procura di Bergamo come persona informata sui fatti, e continuerò a farlo. Come afferma la stessa Procura, l'avviso della conclusione delle indagini preliminari non è un atto di accusa bensì un atto di garanzia per l'indagato. Un'indagine così lunga e complessa è composta da migliaia di pagine di atti processuali, molti dei quali di natura tecnica. Se le notizie fossero confermate, chiederemo tutto il tempo necessario per esaminare gli atti e predisporre il contraddittorio affinché possa essere accertata la correttezza delle azioni messe in campo durante l'emergenza”.