Covid Italia, allarme Gimbe: salgono i contagi + 43% e aumentano i ricoveri del 7,5%

Anche il virologo Fabrizio Pregliasco annuncia l'arrivo del colpo di coda: "Ma Italia e Portogallo restano le migliori d'Europa". Tutti i dati aggiornati

Covid, sanitari in ospedale (Ansa)

Covid, sanitari in ospedale (Ansa)

Si inverte in Italia la curva dei contagi da Covid (+43% nuovi casi) mentre risultano in aumento anche i ricoveri (+7,5%). Questo mentre in 7 giorni si è assistito ad un calo del -52,9% di nuovi vaccinati e al raggiungimento di 1,2 milioni di terze dosi. Lo rileva nel suo report settimanale, la Fondazione Gimbe che per quanto riguarda la settimana 20-26 ottobre, rispetto alla precedente, fotografa un aumento di nuovi casi passati da 17.870 a 25.585 dell’ultima settimana così come una diminuzione dei decessi (da 271 a 249). 

In lieve aumento i casi attualmente positivi (75.046 contro 74.546), le persone in isolamento domiciliare (72.101 contro 71.768) e i ricoveri con sintomi (2.604 contro 2.423), mentre calano le terapie intensive (341 contro 355). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: Decessi: 249 (-8,1%); Terapia intensiva: -14 (-3,9%); Ricoverati con sintomi: +181 (+7,5%); Isolamento domiciliare: +333 (+0,5%); Nuovi casi: 25.585 (+43,2%); Casi attualmente positivi: +500 (+0,7%). 

“A livello nazionale - spiega Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe - dopo 7 settimane si registra un’inversione di tendenza dei nuovi casi settimanali che nell’ultima settimana aumentano del 43,2%, con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.553 del 19 ottobre a 3.655 il 26 ottobre”. La crescita dei casi, che potrebbe essere in parte influenzata dall’aumento del 21,1% dei tamponi totali rispetto alla settimana precedente (2.604.550 contro 2.151.081), sicuramente consegue ad un aumento della circolazione virale per due ragioni: innanzitutto, per l’inversione di tendenza sui ricoveri in area medica, in secondo luogo perché a fronte di un rapporto positivi/tamponi antigenici in lieve calo, per l’enorme aumento del denominatore, si registra un incremento del rapporto positivi/tamponi molecolari (dal 2,4% del 19 ottobre al 3,5% del 26 ottobre). 

Nella settimana 20-26 ottobre 2021, tutte le Regioni tranne Sardegna e Valle D’Aosta, registrano un incremento percentuale dei nuovi casi e in 15 Regioni crescono i casi attualmente positivi. Sono 33 le Province con un’incidenza ?50 casi per 100.000 abitanti: tra queste la Provincia di Trieste registra oltre 150 casi per 100.000 abitanti. Diminuiscono i decessi: 249 negli ultimi 7 giorni (di cui 29 riferiti a periodi precedenti), con una media di 36 al giorno rispetto ai 39 della settimana precedente. Per qunto riguarda, infine, i vaccini a ieri il 78,5% della popolazione, afferma Gimbe, ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+204.896 rispetto alla settimana precedente) e il 75,1% ha completato il ciclo vaccinale (+459.731). In calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni, con una media mobile a 7 giorni di 152.345 dosi al giorno. 

Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97% degli over 80 al 72,9% della fascia 12-19. In generale, rispetto alla settimana precedente, si registrano incrementi sempre più modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dello 0,7% nelle fasce anagrafiche 12-19, 20-29 e 30-39, dello 0,5% nella fascia 40-49, dello 0,4% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l’incremento non supera lo 0,2%. Sempre a ieri, invece, sono state somministrate 1.191.327 terze dosi di cui 224.597 dosi aggiuntive e 966.730 dosi booster, con una media giornaliera di 29 mila somministrazioni

A fare il punto sul Covid è anche il virologo milanese Fabrizio Pregliasco: «Abbiamo ottenuto risultati importanti grazie all’efficacia del vaccino e alla maggior parte degli italiani che hanno creduto in questa soluzione. La proporzione tra i tantissimi casi che hanno in Inghilterra rispetto ai decessi è molto più bassa e questo ci permette di avere molta più tranquillità. Italia e Portogallo sono le persone che hanno approcciato meglio a questa pandemia. Anche in Portogallo si è proceduto non solo con i vaccini, ma anche con le riaperture graduali».

Pregliasco ribadisce poi l’importanza delle terze dosi e del vaccino antinfluenzale: «Devono intercorrere almeno sei mesi tra seconda e terza dose. Il vaccino antinfluenzale si può effettuare anche nella stessa giornata. Uno sul braccio sinistro e l’altro su quello destro. Non c’è una diminuzione di efficacia e nemmeno una sintomatologia più forte. È importante per chi ha avuto il covid fare il vaccino, perché non ha la sicurezza di avere un’immunità a lungo termine. A mio avviso vale la pena anche proteggersi dall’influenza per non avere poi quella paura che si tratti di una ricaduta della malattia».

 Sulla diffusione del contagio, infine: «Ormai la diffusione è su tutto il territorio nazionale. Giocano situazioni contingenti. Sembra, ad esempio, che a Trieste tutto quello che è successo abbia creato focolai. Sono situazioni particolare a fronte però di una distribuzione uniforme in tutta Europa. Noi però dobbiamo considerare vari fattori: la scuola è aperta e ora si sta ricominciando a tornare a lavoro, ci sarà il freddo e, così, si accumulano tutti quei fattori che facilitano la diffusione di virus respiratori come influenza e Covid. Credo che, purtroppo, un colpo di coda questo inverno possiamo prenderlo in considerazione. Non bisogna abbassare troppo la guardia. Credo che dopo l’inverno possiamo immaginare una convivenza più civile con questo virus, che resterà. Stiamo consolidando anche nuove terapie» ma «non credo ci sarà una fine della pandemia».