Covid, i farmaci più venduti e utilizzati (efficaci o no) in pandemia per le cure a casa

Il confronto dell'Aifa sull'andamento delle vendite dei vari farmaci dallo scoppio della pandemia a oggi

Farmaci

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Milano, 31 gennaio 2022 - Prima solo la tachipirina (per abbassare la febbre perché non c'era altro), poi la vitamina D (perchè sembrava aiutare a limitare la gravità dell'infezione) e ora (nei giorni scorsi il professor Remuzzi ne ha illustrato i benefici) gli antinfiammatori (fra cui Aspirina, Brufen e Aulin) che "se presi nella fase iniziale sono in grado di ridurre del 90% l'ospedalizzazione".

La classifica

Ma quali sono stati i farmaci di automedicazione (quelli cioè ottenibili al banco) maggiormente acquistati dall'inizio della pandemia ad oggi? I dati sono consultabili sul sito dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e sono aggiornati al 16 dicembre 2021. Ciò che pare evidente, in diversi casi è come le curve subiscano grossi cambiamenti nel corso di questi tre anni in base al mutamento delle indicazioni mediche ma anche alle "mode" che nelle diverse fasi sono esplose anche solo per "sentito dire" o perché si cercava di trovare qualcosa che potesse essere efficace.

Vitamina D

La vitamina D, soprattutto nelle fasi iniziali, è stata assunta per "mitigare gli effetti del Covid" .Sono state formulate varie ipotesi sulle proprietà immunomodulanti e antinfiammatorie della vitamina D, auspicando un possibile beneficio per i pazienti con COVID-19 ma nessun studio scientifico lo ha attestato. In ogni caso, guardando l'andamento, come nelle fasi invernali la vendita (i dati sono espressi in confezioni vendute ogni 100.000 abitanti) si sia incrementata in particolar modo nell'inverno del 2021 quello più pesante dal punto di vista della pandemia. Il picco è stato infatti toccato nel marzo del 2021. C'è comunque da dire che già generalmente (anche in periodi non Covid) l'assunzione di vitamina D è maggiore nel corso degli inverni proprio perché una carenza di esposizione al sole può determinarne bassi livelli.

Le vendite di vitamina D
Le vendite di vitamina D

Gli antinfiammatori Fans

Innanzitutto cosa sono gli antinfiammatori fans? Sono medicinali antinfiammatori il cui acronimo Fans sta per Farmaci anti-infiammatori non steroidei. Fra questi ci sono medicinali molto comuni come l'Oki, l'Aulin, l'Aspirina o il Brufen i cui principi attivi sono: 

  • Ibuprofene (Brufen)
  • Naprossene
  • Diclofenac
  • Celecoxib
  • Acido mefenamico
  • Etoricoxib
  • Indometacina
  • Nimesulide (Aulin)
  • Ketoprofene (Oki)
  • Acetilsalicilico (Aspirina)

Gli studi più recenti, come quello già citato del professor Remuzzi, attesterebbero un'elevata efficacia nel prevenire le forme più gravi di infezione da Covid. E guardando il grafico delle vendite (alcuni di questi medicinali hanno bisogno di prescrizione medica) di questi antinfiammatori cresca in maniera evidente a partire da settembre del 2021. raggiungendo il picco a novembre scorso.

La vendita di antinfiammatori Fans
La vendita di antinfiammatori Fans

Antipiretici

Gli antipiretici (o febbrifughi) sono una categoria di farmaci (detti anche antifebbrili) adatti ad abbassare la febbre. Vengono venduti nella maggior parte dei casi senza necessità di ricetta da parte del medico. Si possono trovare in farmacia e nelle parafarmacie. Il più noto fra questi è sicuramente la Tachipirina. Sull'efficacia di questi farmaci si è più volte dibattuto e in alcune fasi si è addirittura ritenuto potessero essere controproducenti. Sicuramente vengono utilizzati per tutti gli stati febbrili e sono stati prescritti dai medici soprattutto nella prima fase per tenere a bada la febbre alta spesso generata dalla polmonite bilaterale causata dal Covid. Il picco di vendite si è avuto nel febbraio-marzo del 2020.

Le vendite di antipiretici nel periodo Covid
Le vendite di antipiretici nel periodo Covid

Ansiolitici

Non sono certo farmaci che curano i sintomi del Covid ma è evidente che soprattutto nelle fasi più dure della pandemia (locdown totali e picchi dei contagi) siano stati prescritti e utilizzati moltissimo per far fronte ai fortissimi stati d'ansia della popolazione. Non è un caso che le curve raggiungano il loro picco nei mesi invernali (già di per sè più complicati per chi soffre di questi disturbi) in concomitanza con le fasi più acute della pandemia.

Ansiolitici venduti durante la pandemia
Ansiolitici venduti durante la pandemia

Gli antibiotici, il caso Azitromicina

Gli antibiotici, come è noto, non sono efficaci nel combattere i virus, anzi in molti casi se prescritti "senza effettiva necessità". Possono infatti determinare episodi di antibioticoresistenza (33mila morti all'anno in Europa) che aiutano i batteri a rinforzarsi e a non essere più sensibili agli antibiotici. Però in alcuni casi, come ad esempio la degenerazione di infezioni virali in batteriche possono essere utilizzati. E' il caso di alcuni antibiotici come l'Azitromicina (il farmaco in particolare è lo Zitromax prodotto dalla Pfizer) che, alcuni mesi fa, in seguito ad alcune indicazioni veniva prescritta da molti medici di base per "mettere in sicurezza" i pazienti tanto che di Zitromax nelle farmacie non se ne trovava più. Un antibiotico adatto alla cura delle infezioni batteriche delle vie aeree.

Da febbraio in farmacia la pillola anti-covid di Pfizer

Farmaci senza prescrizione nel 2021

Nel 2021 sono tornate a aumentare le vendite di farmaci da banco. Dopo un 2020 fortemente negativo dovuto agli effetti delle misure di contenimento della pandemia e a un'incidenza quasi azzerata dei virus influenzali e simil-influenzali, il 2021 ha iniziato a mostrare segni di ripresa a partire da aprile anche se, a fine anno, le vendite risultano ancora sotto i livelli del 2019.

A parità di classificazione, infatti, nel confronto con il periodo pre-pandemico, il settore perde l'8,8% a volumi e il 3,4% a valori. Rispetto al 2020, invece, se sono state dispensate lo stesso numero di confezioni di farmaci senza obbligo di prescrizione (245 milioni), si registra una crescita del 3,3% dei fatturati (poco meno di 2,4 miliardi di euro). È quanto emerge dalle elaborazioni di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione, che fa parte di Federchimica) su dati IQVIA. A determinare il recupero delle vendite di questi medicinali nel 2021 è una serie di fattori, in primis una maggiore circolazione dei virus influenzali (soprattutto a fine 2021), peraltro minore rispetto al 2019.​

Poca inflienza tanto Covid

L'utilizzo delle mascherine, il distanziamento sociale, l'igiene delle mani e, in generale, il cambiamento delle abitudini di vita (maggiore ricorso allo smartworking e minore utilizzo dei mezzi pubblici, ad esempio), hanno infatti contribuito alla diminuita circolazione dei virus tipici della stagione fredda.

Tuttavia, una maggiore diffusione di infezioni respiratorie da SARS-CoV-2, proprio nel mese di dicembre 2021, ha dato impulso a un maggiore ricorso ai farmaci da banco, soprattutto quelli per la cura delle affezioni dell'apparato respiratorio. Pur perdendo, rispetto al 2020, ancora il 2,6% in termini di confezioni, hanno recuperato, in parte, la pesante contrazione del 2020. «In questi anni di chiusure e di pandemia - ha spiegato Salvatore Butti, presidente di Federchimica Assosalute - i farmaci di automedicazione sono stati in grado di dare risposte terapeutiche efficaci per la risoluzione dei più comuni e diffusi piccoli disturbi, rappresentando, al contempo, un importante strumento per la gestione dei sintomi lievi legati, in questo inedito periodo storico, a forme non gravi di SARS-CoV-2 e dei piccoli malesseri post-vaccino».