Zona gialla, Miozzo: "Evitare assembramenti, c'è il rischio che la curva esploda di nuovo"

Il coordinatore del Cts: essere in giallo non vuol dire normalità. L'appello: non facciamo gli stessi errori di quest'estate, comportamenti responsabili o ci troveremo rapidamente numeri ingestibili

Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (CTS)

Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (CTS)

Roma, 31 gennaio 2021 - Domani l'Italia si tingerà di giallo. Solo cinque regioni resteranno in zona arancione mentre per tutte le altre (Lombardia compresa) scatterà un signficativo allentamento delle misure anti-Covid. Già oggi però i centri delle grandi città sono stati presi d'assalto: da Roma a Milano in tanti si sono riversati per le vie dello shopping per fare acqusti o per una semplice passeggiata. Il timore degli esperti è che il passaggio alla fascia gialla (penultima per rigore delle limitazioni, prima della "chimera zona bianca) possa essere interpretato come un "liberi tutti". A ribadire che la guardia deve restare alta e che il giallo "non significa normalità" è stato lo stesso coordinatore del Cts Agostino Miozzo. Per Miozzo è fondamentale "evitare assembramenti" poiché c'è il rischio "assolutamente reale che la curva schizzi rapidamente verso numeri difficilmente gestibili". Lo dice il coordinatore del Cts Agostino Mizzo sottolineando che è fondamentale ricordare cosa è successo la scorsa estate quando "molti si sono proiettati al ritorno alla normalità senza comprendere che il virus era, come oggi, attorno a noi"

Un errore già commesso in estate, costato molto caro. A settembre scorso, sottolinea ancora Mizzo, "abbiamo visto la curva schizzare rapidamente verso numeri difficilmente gestibili" e "oggi quel rischio è ancora assolutamente reale", senza dimenticare "l'incognita 'varianti', di cui si sa ancora poco circa la presenza sul nostro territorio ma abbastanza sulla loro velocità di diffusione". Dunque, ha aggiunto il coordinatore del Cts, "essere rientrati in area gialla non significa normalità e gli assembramenti visti ieri paiono essere solo la premessa di una esasperata, benché comprensibile, necessità di ritorno alla vita di tutti i giorni che purtroppo non ci possiamo ancora permettere"