REDAZIONE CRONACA

Preso il corriere infedele di telefonini: ne aveva fatti sparire 26 destinati a un negozio

I carabinieri della Compagnia di Seregno hanno denunciato un ecuadoriano pregiudicato per furto aggravato di numerosi telefonini di ultima generazione ai danni del negozio di telefonia Gatti di Giussano e per ricettazione altre 23 persone di SONIA RONCONI

Ampio il campionario di giustificazioni degli acquirenti denunciati: dal ritrovamento su di una panchina, all’acquisto da uno sconosciuto incontrato per strada, o al regalo di un anonimo benefattore

Giussano (Monza e Brianza), 13 febbraio 2016 - I carabinieri della Compagnia di Seregno hanno denunciato un ecuadoriano pregiudicato per furto aggravato di numerosi telefonini di ultima generazione ai danni del negozio di telefonia Gatti di Giussano e per ricettazione altre 23 persone. Le indagini sono scattate nell’agosto 2014, quando era stato commesso un furto di 26 cellulari sottratti a un carico di numerosi oggetti elettronici destinati al negozio brianzolo. Il 41enne ecuadoriano, impiegato come corriere espresso, aveva rubato una parte dei telefoni cellulari destinati al noto negozio di telefonia mobile di Giussano. Il proprietario dell’attività si era però accorto subito che 26 telefonini su 800 non erano stati consegnati e lo aveva denunciato alla Stazione Carabinieri di Giussano.

Gli uomini dell’Arma erano partiti a razzo con le verifiche, escludendo un errore di spedizione. Al termine di complessi accertamenti, hanno quindi documentato l’avvio dei telefoni al mercato clandestino e identificato gli utilizzatori di ciascuno smartphone rubato; nonché hanno monitorato la compravendita del materiale rubato per vie illegali, ma anche mediante l’utilizzo di noti siti internet a prezzi irrisori. Ben 23 persone sono accusate del reato di ricettazione, per aver acquistato i telefonini rubati.

Sono per lo più sudamericani incensurati, ma nella lista figurano anche tre italiani residente a Milano, tutti consapevoli della provenienza furtiva dei telefonini. I verbali raccolti durante le indagini hanno fatto emergere un curioso e inverosimile campionario di giustificazioni presentate dagli acquirenti denunciati: si va dall’occasionale ritrovamento su di una panchina, sino all’acquisto da uno sconosciuto incontrato per strada, o al regalo da parte di un anonimo benefattore. I carabinieri rammentano ai consumatori di verificare sempre ogni acquisto, il venditore nonché il prezzo applicato in relazione a quello di mercato.

«Ricordo quel giorno - spiega Enzo Gatti, titolare del negozio di telefonia più vecchio della Brianza -: chiamammo subito la Tim per avvertire dell’ammanco. Ogni telefono è provvisto di un codice che, quando viene attivata la scheda, fa partre delle segnalazioni. Un lavoro laborioso di indagine che ha portaro gli inquirenti a rintracciare gli smartpfone che all’epoca costavano 250 euro l’uno. Siamo contenti che alla fine sia stato preso il corriere responsabile del furto».

sonia.ronconi@ilgiorno.net