Coronavirus in Lombardia: stretta sui tamponi, ma oltre 400 malati

I pazienti morti positivi ai test salgono a 14. Cinque in più. Cento alunni isolati, cresce l’allarme per Cremona

L'ospedale di Codogno

L'ospedale di Codogno

Milano, 28 febbraio 2020 - Altri cinque morti con un tampone positivo al coronavirus, per un totale di 14 (su 17 in Italia) in Lombardia. Annunciati, come sempre, dal commissario all’emergenza Angelo Borrelli, con l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera a ricordare che i test devono ancora essere verificati dall’Istituto superiore di sanità, "e chi dà numeri diversi se ne assume la responsabilità". E la Regione a ribadire che sia per le vittime confermate positive che per quelle sub iudice , "per la stragrande maggioranza ultraottantenni", ci vorrebbe l’autopsia per stabilire se il Covid-19 sia stato la causa o una concausa della morte.

Ma ieri , per la prima volta, il governatore Attilio Fontana autoisolato poteva annunciare in collegamento video che la Lombardia ha i suoi guariti dal coronavirus: 37 persone dimesse dagli ospedali il cui tampone risulta negativo. E l’assessore Gallera sottolineare che "dai 126 ricoverati nella giornata del 24 febbraio siamo passati a 44 il 25 febbraio e a 39 ieri". Un "primo dato, vediamo se sarà confermato" e dimostrerà l’efficacia delle misure di contenimento della diffusione del virus applicate in Lombardia e della blindatura di fatto della "zona rossa" dei dieci comuni del Basso Lodigiano. Il bollettino di ieri parlava di 403 contagiati in Lombardia, di cui 216 ricoverati in ospedale e 28 in terapia intensiva. Un numero che va letto alla luce della nuova politica di comunicare solo i test positivi confermati dall’Iss, e della nuova strategia di sottoporre al tampone soltanto i "contatti stretti" dei contagiati che accusano sintomi (gli asintomatici restano in isolamento per 14 giorni). "È stato deciso d’intesa col Ministero della Salute – spiega l’assessore – All’inizio avevamo bisogno di capire come si sviluppasse l’infezione", mentre adesso il quadro è più chiaro, "con Lodi, Cremona e in parte Pavia che rientrano nello stesso focolaio, e Alzano Lombardo" sul quale sono in corso "valutazioni", poiché ha "una sua specificità".

La Bergamasca conta 72 contagiati confermati, il 18% del totale lombardo (al netto di un 12% in fase d’attribuzione territoriale), al terzo posto davanti alla provincia di Pavia (36 casi) e dietro Lodi (in testa con 159 casi, il 39%) e Cremona, che arriva a 91 contagiati e dove ieri l’Ats Valpadana ha messo in quarantena cento bambini di una primaria paritaria di Soresina, dopo che un compagno di quarta è risultato positivo. Ci sono 50 malati di coronavirus ("anche dalle aree colpite del Lodigiano") ricoverati all’ospedale di Cremona, che ha trasformato in Infettivi una parte del reparto di Medicina, ha sette persone in Terapia intensiva e mercoledì notte ne ha dovute trasferire quattro al Niguarda e al Sacco di Milano. Il direttore generale dell’Asst Giuseppe Rossi ha ringraziato con una lettera gli operatori, l’assessore ha assicurato che in Lombardia "abbiamo ancora 100 posti liberi in terapia intensiva".