
Massimo Zambon in prima linea a Cernusco contro il coronavirus
Cernusco sul Naviglio (Milano), 9 ottobre 2020 - Aumenta il contagio, 149 nuovi casi in un giorno nell’hinterland, il dato guida la classifica lombarda, la pandemia bussa di nuovo alle porte degli ospedali e la Martesana si attrezza: "Se necessario, siamo pronti a tornare in trincea". Il piano per riconvertire i posti-letto è già stato messo a punto: "Non ci faremo cogliere impreparati", dice Angelo Cordone, direttore generale dell’Asst. Per adesso è tutto teorico, ma se l’infezione galoppasse ancora "scatterebbero le contromisure", una seconda trasformazione dopo quella improvvisata di marzo.
Per Massimo Zambon, primario di Terapia intensiva a Cernusco, in prima linea durante il picco, "non sarebbe più come nelle settimane terribili del lockdown, ma non è certo il momento di sottovalutare la situazione. Sono ottimista: siamo lontani da una seconda ondata". Per lui "i numeri di sei mesi fa non si ripeteranno per due motivi: il virus circola in tutto il Paese, mentre allora i casi dietro l’angolo erano i tre quarti e poi perché la caccia al contagio è più realistica degli inizi. Le cifre dichiarate si avvicinano alla vera situazione". Ora, i positivi vengono inviati agli hub che la Regione ha messo a disposizione, "si tratta di centri con i reparti di malattie infettive". Per il territorio il Policlinico e il Sacco. "Da mesi tutti gli ospedali della nostra zona, noi, Vizzolo, Melzo, Cassano e Gorgonzola sono Covid-free. Vaprio è rimasto pulito fin dallo scoppio della pandemia", ricorda lo specialista. Per superare il momento più critico e convivere con il mostro si è rivelata essenziale la rincorsa degli infetti e relativi contatti, "ma abbiamo già previsto la possibilità di tornare ad avere più posti in Rianimazione, oggi all’Uboldo siamo ai cinque abituali, nei settimane più difficili dell’epidemia eravamo saliti a 12 (45 a livello aziendale), mentre i posti-letto per chi era entrato in contatto con il virus erano più di 100 su 140 totali".
L’esperienza insegna e l’accesso ai presidi è completamente diverso che in passato: dal prelievo su prenotazione, ai percorsi separati per sospetti positivi al pronto soccorso. La regola (ferrea) è evitare la commistione, "soprattutto con l’influenza alle porte". La crisi sanitaria non è finita, "distanziamento e uso delle mascherine restano le regole base in ambulatorio e in corsia – ripete Zambon – perché è cominciata un’altra fase delicata". Vale qui e in tutti gli ospedali. "Non ci saranno più malati in corridoio". "La malattia si comporta in modo diverso grazie alla prevenzione e alla tempestività degli interventi. Sono alcune delle armi messe in campo per scongiurarne l’effetto".