Coronavirus in Lombardia: 98 nuovi positivi, triplicati i decessi +21

In 24 ore è leggermente sceso il numero dei contagiati, ma aumentato quello dei morti. Stabile il dato della terapia intensiva

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Milano, 2 luglio 2020 -  Sono 98 i nuovi casi positivi al Coronavirus (ieri +109), di cui 30 a seguito di test sierologici e 36 debolmente positivi, registrati in Lombardia nelle ultime 24 ore sulla base di 9.440 tamponi effettuati. Sale il numero dei decessi che sono 21, rispetto ai 6 di ieri (totale complessivo 16.671). Lo ha riferito la Regione nel suo bollettino giornaliero. I ricoverati in terapia intensiva sono stabili a quota 41, mentre quelli non in terapia intensiva sono ora 241 (-36). I guariti/dimessi sono arrivati a quota 67.610 (+188) per un totale complessivo di 65.267 guariti e 2.343 dimessi. "Continua il decremento del numero dei ricoverati (-36) e aumenta quello dei guariti (+188). Da segnalare inoltre che, relativamente ai 98 casi positivi, 30 fanno riferimento a test sierologici e 36 sono debolmente positivi. Per quanto riguarda i decessi, che purtroppo oggi sono 21, va sempre sottolineato che questi aggiornamenti sono riferibili alla tempistica con cui le anagrafi comunali e gli ospedali ci comunicano tali dati" ha commentato l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera.

I dati delle province

È Milano la provincia con più nuovi pazienti positivi al Covid-19 in Lombardia: si contano oggi 28 nuovi casi (ieri +21), di cui 17 a Milano città (ieri +10). A seguire c'è Bergamo con 23 casi (ieri +22) e Brescia con 9 (ieri +19). A Mantova, Cremona e Varese 5 i nuovi positivi (ieri rispettivamente +22, +4 e +1), mentre a Como 4 (ieri +1). Situazione migliore nelle altre province: a Lodi (ieri +5) e Pavia 3 (ieri +1); a Monza, Lecco e Sondrio 2 (ieri rispettivamente +6, +4 e +0).

Coronavirus, i dati del 2 lulgio
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Coronavirus, Gallera: "Colpiti da qualcosa che non conoscevamo, ora pronti"

In merito alla situazione attuale, l'assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, è intervenuto all'interno della rubrica di Tgcom24 "Dentro i Fatti": "Noi siamo stati colpiti alle spalle da qualcosa che non conoscevamo. Oggi lo conosciamo, il sistema lo stiamo mettendo a punto, non solo negli ospedali, dove la Regione Lombardia ha dimostrato di saper modificarsi per reggere l'urto, ma anche sul territorio c'e' qualche protocollo farmacologico, non moltissimi ma li abbiamo. E poi abbiamo un sistema di sorveglianza molto strutturato, stiamo tenendo sotto controllo la situazione e saremo più pronti se dovesse esserci una recrudescenza. Ma nessuno puo' dire se ci sarà o meno"

Gallera ha ribadito: "Se ci avessero dato un libretto delle istruzioni sicuramente sarebbe stato meglio. Ricordo che nella direttiva del ministero della Salute del 22 gennaio c'era scritto che l'OMS diceva che l'arrivo del Coronavirus in Europa era moderato. Ora l'OMS dice che una persona che non ha sintomi per tre giorni puo' essere liberata senza il tampone. Sono tutte informazioni che si contraddicono". "Se avessimo avuto informazioni precise dagli organi scientifici deputati sicuramente ci saremmo comportati con maggiore efficacia", ha sottolineato l'assessore. Sulla situazione dei tamponi in Lombardia, Gallera ha detto che "da maggio, dalla segnalazione al risultato del tampone non passano piu' di 48 ore. Questo e' il modello che abbiamo messo in campo e che ci sara' anche in autunno. I focolai individuati in queste settimane avvengono da questa attivita' epidemiologica. Il nostro modo di agire e' sempre stato questo e poi abbiamo dovuto gestire un'ondata che ci ha travolto".

Sull'ospedale di Milano della zona Fiera, ha puntualizzato: "E' un ospedale che abbiamo fatto nel caso l'ondata che ha colpito alcune nostre province fosse arrivata a Milano. Noi abbiamo creato un ospedale con 250 posti letto di terapia intensiva. Oggi quell'ospedale e' dentro il piano di potenziamento delle terapie intensive chiesto dal governo. I numeri oggi non ci preoccupano perche' i ricoverati in tutta la Lombardia sono meno di 250 e abbiamo 42 persone in terapia intensiva. Il numero di persone che ha un bisogno acuto e' limitato". "La maggior parte dei pazienti positivi che individuiamo o sono asintomatici che possono stare a casa a curarsi o debolmente positivi", ha assciurato Gallera, che su come spendere i soldi del MES nel caso dovessero arrivare, assicura: "Assolutamente sapremmo come spenderli. Bisogna rinnovare, ristrutturare e mantenere i nostri ospedali. E poi c' il grande tema della medicina del territorio, di utilizzare le autostrade telematiche per accompagnare i pazienti nel loro domicilio. Quella e' una grande partita che necessita di investimenti. Il modo per spenderli lo troveremmo".