Coronavirus in Lombardia, calano decessi e ricoveri: record di guariti

A Milano 177 nuovi casi, a Sondrio uno solo. Grande attesa per la fase 2

Coronavirus

Coronavirus

Milano, 1 maggio 2020 -  Dati incoraggianti in questo Primo Maggio "più di attesa che di festa", come lo ha definito il presidente della Regione Attilio Fontana. Sono 737 i nuovi casi positivi al Covid in Lombardia, a fronte dei 598 registrati ieri, ma calano i decessi, ieri erano 88, contro i 93 del giorno precedente. In totale i positivi sono arrivati a 76.469, mentre le vittime hanno raggiunto quota 13.860. Calano ancora i ricoveri in intensiva, ieri scesi a 42, portando a 563 i posti letto occupati, mentre il giorno prima erano calati di 29. Diminuiscono anche i ricoverati non in terapia intensiva: complessivamente sono 6.628, 206 meno di ieri. Sul fronte dei dimessi il conto lombardo registra 52.035 persone tornate a casa: +869 rispetto a ieri, mentre il giorno precedente erano 819. In tutto sono stati effettuati 13.701 tamponi, il giorno prima 11.048, con un totale di 390.644.

I dati delle province

In Lombardia i dati provinciali sui nuovi casi positivi identificati nelle ultime 24 ore confermano la diminuzione dei contagiati in diverse zone e piccoli aumenti in altri. In provincia di Milano i positivi si attestano a 19.701 (+364) di cui 8.335 (+177) a Milano città dove un laboratorio ha inviato oggi alcuni dati di Milano e provincia risalenti ai giorni scorsi. A Bergamo i nuovi casi sono 47 rispetto ai 22 registrati ieri, per un totale di 11.360. A Brescia, dove c'è un contagio ogni 100 residenti, 68 tamponi positivi rispetto ai 55 di ieri, per un totale di 12.929. A Cremona 31 i nuovi casi, che portano i positivi a 6.068. A Lodi 28 nuovi contagi rispetto ai 7 registrati ieri, per un totale di 2.994. A Monza 25 i nuovi casi, che fanno arrivare la provincia a quota 4.729 positivi. A Como si contano cpmplessivamente 3.271 casi: +27, ieri erano +37. Lecco ha 2.277 positivi e registra un aumento di soli 3 casi. Va ancora meglio a Sondrio: 1.181 casi e un solo  positivo in più nelle ultime 245 ore. Proprio nel Lecchese e in Valtellina si registrano gli aumenti meno consistenti nell'ultimo giorno. Mantova tiene con dieci nuovi casi su 3.185 totali, e Pavia raggiunge i 4.416 contagiati (+67) seguita a ruota da Varese (2.705, +38).

Case di riposo, si cambia strada

Presto, nella fase due, potrebbero anche riaprire le porte le Rsa, le residenze per anziani dove è dilagato il contagio e dove la situazione sta tornando lentamente sotto controllo. L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, dopo diversi solleciti ieri ha incontrato i presidenti delle principali associazioni del settore. "Abbiamo attivato un percorso di coinvolgimento dei gestori delle strutture residenziali e semiresidenziali della Lombardia – ha detto – per definire le regole per garantire la tutela sanitaria degli ospiti e degli operatori in vista della riapertura degli accessi e delle attività". Una road-map per accogliere in sicurezza nuovi ospiti e per riaprire alle visite dei familiari, che da settimane riescono a comunicare con i parenti ricoverati solo via telefono nelle strutture, alcune finite al centro di indagini delle Procure. Anche in questo caso un lento ritorno alla normalità.

Asintomatici, per scovarli bastano i Raggi X

Stavano bene o manifestavano sintomi "piuttosto vaghi", come una febbre leggera e avvisaglie parainfluenzali, senza chiari segnali di una infezione da Covid-19. Circa 170 persone residenti nella zona di Codogno a marzo si sono sottoposte alla radiografia toracica in un centro specializzato, spontaneamente o inviate dal medico di base per un controllo dopo il periodo di quarantena, preoccupate dall’evolversi della malattia nel primo focolaio lombardo. E dagli esami sono emersi risultati sorprendenti: 100 radiografie al torace su 170 (circa il 60%) presentavano immagini riconducibili a una polmonite interstiziale bilaterale, quindi altamente sospette e riferibili alla polmonite correlata al Covid-19.

Fase 2, posti di blocco e controlli in stazione

L’articolo 1 dell’ultimo decreto anti-contagio di Palazzo Chigi parla chiaro: "È fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una Regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute". Di conseguenza, l’attenzione delle forze dell’ordine, ferma restando la sorveglianza sui movimenti interni, si concentrerà da lunedì, primo giorno della fase due, sui confini regionali. Il piano d’azione è stato messo a punto ieri nel corso della riunione in videoconferenza del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Renato Saccone. L’obiettivo dichiarato: impedire uscite ingiustificate dalla Lombardia. Quindi, verranno predisposti posti di blocco in corrispondenza dei tratti stradali che portano fuori Regione: carabinieri, finanzieri e poliziotti non effettueranno verifiche a campione, bensì controlleranno tutte le macchine in uscita. Lo stesso succederà nelle stazioni, in particolare in Centrale, l’unico scalo dal quale, con la rimodulazione dei servizi di Trenitalia, partono i Frecciarossa: come già accaduto dall’8 marzo in avanti, la documentazione dei passeggeri verrà passata al setaccio con particolare attenzione, e solo chi risulterà in regola potrà salire sul treno.

Nuova ordinanza regionale

Nel frattempo, pere quanto riguarda la fase 2, Regione Lombardia si appresta a varare una nuova ordinanza che dovrebbe entrare in vigore dal 4 maggio. Tra i punti salienti, la confemfa dell'obbligo di coprirsi naso e bocca, la possibilità di praticare attività fisica all'aperto senza il limite dei 200 metri dalla propria abitazione, la cadua delle restrizioni per i distributori h24 di generi alimentari.