Coronavirus in Lombardia: chiesta assunzione medici e infermieri pensionati in ospedali

Sessanta i guariti, diminuiscono gli accessi ospedalieri. Regione: "Virus ancora in espansione ma ci stiamo strutturando per iperafflusso". Studenti a casa un'altra settimana, partite rinviate

Coronavirus, mascherine a Milano

Coronavirus, mascherine a Milano

Milano, 29 febbraio 2020 - "Il virus è ancora presente ed è ancora in fase espansiva. Siamo speranzosi che presto possano iniziare a vedersi gli effetti delle misure che abbiamo preso. Siamo confidenti di vedere effetti positivi nei prossimi giorni". Queste le parole del presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, in videocollegamento con Palazzo Lombardia.  Stando ai dati forniti nel pomeriggio dall'assessore al Welfare Giulio Gallera sono 615 i tamponi risultati positivi al Coronavirus in Lombardia (si tratta del 12% dei tamponi effettuati). Sono ricoverati 256 pazienti più 80 in terapia intensiva, un numero inferiore rispetto a ieri. Nel complesso sono 23 i decessi di persone risultate positive al coronavirus, sei nella giornata odierna. Si tratta - come in precedenza - di persone anziane con patologie pregresse. Due le note positive: 60 persone sono state dimesse e sono diminuiti gli accessi ospedalieri (il 26 febbraio erano 44, ieri 28).

I casi per provincia

Il 39% dei contagiati per Coronavirus in Lombardia risiede in provincia di Lodi: qui si contano 237 casi. Al secondo posto per diffusione dell’epidemia c’è Cremona, con 136 malati, pari al 22%. Terza la provincia di Bergamo con 100 casi, il 18% della Lombardia. Nella Bergamasca sono in arrivo 275mila mascherine, 850mila paia di guanti e quasi 20mila calzari e cuffie, 18.860 occhiali a maschera, 750 camici, detergenti e disinfettanti che saranno usati dagli operatori sanitari. Più basse le percentuali nelle altre province. A Pavia si contano 55 contagi, il 9% della regione. Seguono Milano con 30 di cui 10 in città (5%), Brescia con 14 (2%), Monza con 6 e Varese con 4: entrambe rappresentano l’1%. Tre casi anche in provincia di Sondrio, uno per Como e Mantova. In fasi di verifica - fa sapere la Regione - si contano 18 casi.

Ci cercano medici e infermieri

"Ci stiamo preparando per la gestione di un accesso importante di persone - ha detto Gallera -. Le misure adottate sono dure ma se restano in difficoltà solo alcune aree ristrette il sistema tiene. Stiamo reclutando alcune figure ad esempio infettivologhi, pneumonologi, esperti di medicina d'urgenza. I presidi più sotto pressione sono quelli di Lodi e Cremona. Stiamo chiedendo supporto anche alla sanità privata e accreditata. Siamo in fase di interlocuzione con il governo per l'ipotesi di assumere medici e infermieri in pensione. Ci stiamo strutturando". Per fronteggiare l'emergenza strategica potrebbe essere l'individuazione di strutture dedicate ai soli pazienti con coronavirus: "Anche l'Oms ci consiglia per la specificità e per la garanzia degli operatori sanitari di avere un ospedale dedicato", ha detto Gallera. Per quanto concerne i pazienti in isolamento "martedì si attiverà la struttura di Baggio e cominceremo a portare pazienti. Il profilo degli idonei è quello di pazienti che possono essere dimessi dagli ospedali, ma magari possono risultare ancora positivi. Così liberiamo posti letto in attesa della loro negativizzazione". 

Studenti a casa un'altra settimana

Intanto sono state confermate le misure di contenimento del virusstudenti a casa in Lombardia per un'altra settimana. "Le scuole non sono chiuse ma è stata sospesa l'attività. Quindi sarà possibile far entrare il personale per la sanificazione degli ambienti, i docenti possono accedere per attivare l'e-learning, così come il personale amministrativo per mandare avanti pratiche scolastiche", ha detto il vice presidente della Regione Fabrizio Sala. "Saranno ancora vietate le manifestazioni pubbliche, si lavora molto su evitare gli assembramenti, è il tema di cui si è parlato fin dal primo giorno", ha aggiunto. Niente da fare anche per le partite. La Lega di serie A, sulla scorta del decreto del presidente del consiglio del 25 febbraio (in vigore fino al 1 marzo), ha deciso di rinviare al 13 maggio quattro partite. Tra queste la partitissima Juventus-Inter. Sono cinque in totale le partite che non verranno disputate e che inizialmente erano previste a porte chiuse. Milan-Genoa, Parma-Spal, Sassuolo-Brescia e Udinese-Fiorentina. Contestualmente la Lega ha reso noto che la finale di Coppa Italia è stata spostata al 20 maggio.

Le misure economiche

Il governo ha annunciato la sospensione di tutti i tributi, adempimenti e bollette degli undici comuni più colpiti del Basso Lodigiano. Annunciati inoltre sussidi per i 17.600 lavoratori della zona rossa: le aziende potranno chiedere per 3 mesi la Cig ordinaria con procedure semplificate. Poi Cig in deroga per chi ha meno di 6 addetti e indennità di 500 euro al mese, per tre mesi, per collaboratori, autonomi e professionisti.  

"Servono misure straordinarie"

"In una situazione straordinaria abbiamo bisogno di misure straordinarie. Non è tempo di pannicelli caldi" ha detto l'assessore al Bilancio della Regione Lombardia, Davide Caparini. L'assessore ha focalizzato il suo intervento in particolare sugli ammortizzatori sociali. Lavoratori e lavoratrici della zona rossa, ha detto, "hanno bisogno di un supporto immediato, non possiamo perdere tempo". Critici con il Governo i sindaci dei comuni più estesi e popolosi della zona rossa, Francesco Passerini di Codogno e Elia Delmiglio di Casalpusterlengo: "Le misure messe in campo dal governo sono insufficienti, un'elemosina inaccettabile e un'offesa nei confronti del nostro territorio che sta facendo sforzi inimmaginabili per arginare l'epidemia". "Abbiamo accettato responsabilmente tutte le limitazioni imposte. Possiamo anche comprendere che la coperta sia corta ma non accettiamo l'assenza di compensazioni economiche". 

Hotel isolato in Liguria

È risultata positiva al coronavirus la donna di 88 anni morta oggi per cause naturali a Laigueglia (Savona), dove era in vacanza da alcuni giorni in un albergo. Dopo la scoperta del contagio, il sindaco ha firmato una ordinanza per isolare la struttura dove sono presenti circa 40 persone. La donna sarebbe dovuta tornare a casa domani. Nelle prossime ore, informa la Regione Liguria, la Protezione civile si prenderà cura delle persone presenti nell'albergo, in gran parte turisti della provincia di Cremona, il personale e i proprietari. Il piano è di fare rientrare gli ospiti nelle loro abitazioni in Lombardia per essere sottoposti alla quarantena prevista dai protocolli

Policlinico, contagiato un altro medico

C’è un altro medico contagiato al Policlinico. Stando a quanto risulta al Il Giorno, un neurochirurgo dell’ospedale è risultato positivo al test del coronavirus e sarebbe ricoverato già da alcuni giorni. Si tratta del secondo caso nel centro clinico dopo quello del dermatologo del reparto di via Pace, che potrebbe aver contratto la malattia nel corso di un viaggio di lavoro fuori dall’Italia. Al momento non ci sono altre informazioni a disposizione. È possibile che il caso del neurochirurgo sia riconducibile a quello del collega, considerato che, dopo la notizia della prima positività, oltre novanta persone tra colleghi del medico e altri dipendenti del Policlinico hanno chiesto e ottenuto di essere controllati, per precauzione. 

"Aprire ai fedeli le Messe feriali"

I vescovi lombardi hanno chiesto di riaprire alla partecipazione delle persone le messe nei giorni feriali. "La Conferenza Episcopale Lombarda - scrivono i vescovi in una nota - fermo restando la volontà di continuare a collaborare con le istituzioni, chiede alla Regione Lombardia - così come già possibile per matrimoni e funerali - di considerare la partecipazione alle messe feriali dei cittadini cattolici lombardi, che a differenza delle celebrazioni festive non costituiscono una forma di assembramento". La lettera è firmata da Mario Delpini, arcivescovo di Milano; Francesco Beschi, vescovo di Bergamo; Marco Busca, vescovo di Mantova; Oscar Cantoni, vescovo di Como; Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano; Daniele Gianotti, vescovo di Crema; Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi; Antonio Napolioni, vescovo di Cremona; Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia; Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia".