Coronavirus, Conte a Milano: "Fase 2 è convivenza col virus, non liberazione"

Il premier: "Molti non sono rimasti contenti, ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità. Questo governo non cerca consenso ma di fare bene"

Il premier Conte e il governatore Fontana

Il premier Conte e il governatore Fontana

Milano, 27 aprile 2020 - "La fase 2 è quella della convivenza con il virus non della liberazione. Tutti speravano di tornare presto alla normalità ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità, ce lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte": lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Milano. Il premier è arrivato in Prefettura a Milano per un vertice con il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e il sindaco Giuseppe Sala, giunto alla guida di una smart. Ad accoglierli il padrone di casa, il prefetto Renato Saccone. E' la prima visita del premier da quando è scoppiata la pandemia. "Non sono venuto a Milano prima perché nella fase più acuta la mia presenza avrebbe potuto essere addirittura di intralcio, ma nella prima occasione utile era già nei proponimenti di venire. Sarò a Milano, sarò a Brescia, sarò a Bergamo e se riesco già stasera a Codogno e Lodi. Poi non posso dimenticare Piacenza. Ritornero' presto perche' adesso do meno fastidio agli operatori che stanno operando nell'emergenza".

Dopo circa tre ore il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lasciato la prefettura di Milano, diretto a Bergamo. E poi a Brescia, almeno questo è il programma ufficiale. Il premier ha avuto una serata fitta di incontri. Prima c'è stato un vertice con il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e con il prefetto Renato Saccone. Poi il premier si è intrattenuto con il presidente designato di Confindustria Carlo Bonomi e il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Successivamente Conte ha incontrato anche alcuni medici e operatori sanitari, tra cui il dottor Antonio Pesenti primario della rianimazione del Policlinico, e Giuliano Rizzardini direttore delle malattie infettive dell'ospedale Sacco.

Il premier: non cerchiamo consenso ma di fare bene

"Molti cittadini non sono rimasti contenti delle nuove misure del decreto - ha aggiunto Conte - , è  anche comprensibile, molti speravano di tornare alla normalità ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità. Stiamo facendo tanti sacrifici, abbiamo introdotto qualche allentamento, ma non è questo il momento di mollare, di un liberi tutti. Questo governo non cerca consenso, vuole fare le cose giuste anche se ciò potrebbe scontentare i cittadini. Siamo in questa situazione perché abbiamo avuto 105mila contagiati, 2.300 nuovi al giorno e 250 decessi quotidiani - ha aggiunto -. Se non avessimo un atteggiamento prudente e responsabile questa curva epidemiologica ci sfuggirebbe di mano. Con queste nuove misure noi manderemo al lavoro altri 4,5 milioni di persone. Un flusso significativo che sicuramente creerà nuove occasioni di contagio. Ma i cittadini devono avere fiducia che queste decisioni sono responsabili e nell'interesse di tutti". 

Niente cene con amici

"Lo preciseremo nelle faq, ma non significa che si può andare a casa di amici, a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive". Lo ha detto Conte, ricordando che "un quarto dei contagiati è negli appartamenti".

Protocollo per le messe

Per quanto riguarda l'altro nodo caldo, quello della riapertura delle chiese alle funzioni religiose, Conte ha precisato: "Spiace il rammarico della CEI e della Chiesa italiana. Non c'è alcun atteggiamento materialista o insensibilità nei loro confronti, ma c'e' una grande rigidita' del Comitato tecnico-scientifico sul fatto che la pratica religiosa e' statisticamente un grande centro di focolai epidemiologici. Però lavoreremo per stabilire un protocollo di massima sicurezza per garantire a tutti i fedeli di partecipare alle celebrazioni liturgiche in piena sicurezza".

Piano per l'infanzia allo studio

"Stiamo studiano un piano per l'infanzia in cui cerchiamo di affrontare anche il tema dei centri estivi". Lo annuncia il premier  Conte spiegando di aver incontrato, nel pomeriggio, il Forum delle Famiglie e una delegazione di parlamentari che si occupa di questo dossier. "Lavoriamo ad ulteriori misure oltre a quelle messe in campo (bonus babysitter e congedo straordinario, ndr)"

Piano di Fontana per la ripartenza

Sostegno alle famiglie e alle imprese e chiarezza sul trasporto pubblico locale. Questi i tre punti principali del documento per la Fase 2, consegnato dal governatore Attilio Fontana al presidente Conte. Secondo quanto si apprende da una nota della Regione Lombardia, al primo posto c'è il "sostegno alle famiglie: asili nido, servizi per l'infanzia, scuola e necessità di coniugare il rientro al lavoro dei genitori con la gestione dei figli e ipotesi di congedi parentali: il 50% della retribuzione non è  sufficiente". Poi il "sostegno alle imprese: necessità di rispondere in tempi rapidi alle richieste delle aziende e semplificazione per far ripartire i cantieri e le attività produttive". Infine, terzo punto, il "trasporto pubblico locale: necessità di definire chi può occuparsi, e con quale titolo (i funzionari / controllori delle aziende di trasporto non sono pubblici ufficiali), dei controlli all'ingresso delle stazioni e sui mezzi pubblici e del mantenimento delle distanze al loro interno". 

Non previste nuove ordinanze regionali

"Non mi aspettavo niente. Sono contento di averlo incontrato questa sera". Lo ha detto Fontana, in riferimento alla visita di Conte, a due mesi dall'inizio dell'emergenza coronavirus. Ma se dovessero crescere i contagi, la Lombardia è pronta a chiudere? "Ne parleremo se dovesse succedere, io mi auguro che non succeda", ha replicato Fontana, aggiungendo che "per il momento" non sono previste nuove ordinanze regionali, anche perché "possono essere solo nel senso di maggior chiusura. E' necessario ricominciare una vita il più possibile vicino alla normalità. Il successo dipenderà dal rispetto delle norme. Si possono mettere insieme le due esigenze: lavorare e vivere in sicurezza"

Sala: Milano vuol ripartire ma con prudenza

"Milano ha voglia di ripartire con la prudenza dovuta". Così il sindaco di Milano Beppe Sala, al termine dell'incontro in prefettura con il premier  Conte. "Ho spiegato al presidente - ha continuato Sala - che Milano ripartirà il 4, ma probabilmente ripartirà di più il 18, perché non siamo una città con molta industria. Qui c'è molto servizio e questo ci darà modo di mettere a punto soprattutto i trasporti, che sono una mia grande preoccupazione, e al contempo di vedere come si riparte e se effettivamente c'è il rischio di una ripartenza del contagio. Non posso che continuare a dire che le informazioni ufficiali sul contagio lasciano il tempo che trovano - ha  aggiunto Sala -. Dai dati che ci sono stati comunicati dalla Regione abbiamo avuto un po' più di 1.100 deceduti ufficiali da Covid. E' chiaro che non torna il conto con i 7.600 contagiati. I contagiati sono molti di più. Ho spiegato anche al presidente del consiglio che è importante capire e fare un discorso chiaro e trasparente ai cittadini nei giorni successivi e far capire se c'è il rischio di ripartenza del contagio. Questo mi preoccupa, perché questa città partecipa molto e vuole sapere. Voglio avere un confronto aperto e trasparente con i miei cittadini"