REDAZIONE CRONACA

E' morto Cesare Romiti: una vita nella Fiat, al fianco di Gianni Agnelli

Se ne è andato a 97 anni, nella sua casa milanese. Mercoledì camera ardente alla Camera di commercio di Milano, giovedì i funerali a Cetona

Cesare Romiti

Milano, 18 agosto 2020 - Cesare Romiti, ex amministratore delegato e presidente di Fiat, è morto a 97 anni nella sua casa di Milano. Nel gruppo torinese ha passato 25 anni, dal 1974 al 1998, segnandone profondamente la storia al fianco di Gianni Agnelli. Con Romiti se ne va uno dei protagonisti della storia industriale italiana del '900, con ruoli nelle grandi aziende pubbliche e nel principale gruppo privato, Fiat, dove fu a lungo il braccio destro di Giovanni Agnelli.  I funerali si svolgeranno giovedì a Cetona, in Toscana, in forma privata. Domani, sempre secondo quando si apprende, la camera ardente dovrebbe essere allestita alla Camera di commercio di Milano in via Meravigli, che sarà aperta domani alle 9 fino alle 18.

Il ricordo

Per Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio e di Confcommercio Milano "con Cesare Romiti scompare una delle figure più rilevanti e carismatiche del mondo economico italiano. Ha guidato il gruppo Fiat in anni drammatici per il nostro Paese preservando un'eccellenza italiana. Lo ricordiamo anche per la sua capacità di visione che ha permesso di ampliare e rafforzare i nostri mercati globali di riferimento come la Cina. Capacità di visione mantenuta intatta negli ultimi anni della sua vita straordinaria anche dal punto di vista umano". Cordoglio anche dal presidente dell'Istituto Italo-Cinese e della Fondazione Italia-Cina Mario  Boselli: "Tra i tanti meriti della sua lunga carriera - afferma Boselli - Cesare Romiti ha avuto quello di ricoprire la carica di presidente dell'Istituto Italo Cinese e successivamente di fondare e presiedere la Fondazione Italia Cina". "Sono particolarmente onorato e lieto - ha aggiunto- di aver raccolto questo suo testimone per gestire in modo unitario le importanti relazioni tra il nostro Paese e la Cina". Con Cesare Romiti se ne va "un grande protagonista dell'industria italiana, un vero condottiero con doti umane e imprenditoriali straordinarie" ha sottolineato Diana Bracco, presidente e ad del gruppo omonimo. "Io perdo un caro amico con cui ho condiviso tanti momenti in Confindustria e in Fondazione Italia Cina, da lui creata con grande lungimiranza nel 2003. Mi mancherà moltissimo", ha aggiunto l'imprenditrice. 

La carriera

La carriera di Romiti, figlio di un impiegato delle Poste, inizia nel settore privato, dopo la laurea in Scienze economiche e commerciali. I primi 23 anni della sua carriera sono vissuti da manager nel settore chimico, prima alla Bombrini Parodi Delfino e poi alla Snia Viscosa dopo la fusione con la sua ex azienda. Fu proprio quest'operazione straordinaria a portare Romiti a frequentare Mediobanca e a conoscere Enrico Cuccia. Dalla chimica Romiti passò ad occuparsi del settore aereo: nel 1970 fu chiamato dall'Iri in Alitalia, di cui divenne successivamente amministratore delegato. 

L'arrivo alla Fiat

Lo sbarco a Torino fu pilotato proprio da Cuccia, che lo sponsorizzò in un momento di difficoltà della casa automobilistica, durante gli anni della crisi petrolifera. E sempre dallo storico presidente di Mediobanca arrivo' la spinta per il salto di qualità in Fiat: quando, nel 1976, l'avvocato Agnelli volle che Carlo De Benedetti diventasse ad del gruppo, Cuccia insistette perché gli fosse affiancato Romiti, fino ad allora direttore finanziario. Assieme a loro come ad c'era anche Umberto Agnelli, il fratello dell'Avvocato. La soluzione resse poco: De Benedetti uscì dal gruppo dopo tre mesi, lasciando i poteri a Romiti e Agnelli. Dopo il 1980, sempre su spinta di Cuccia, la gestione operativa del gruppo finì tutta nelle mani del manager romano, che fece una serie di mosse impensabili, compreso il licenziamento di 14 mila dipendenti. Gli scioperi che ne seguirono portarono alla storica marcia dei quarantamila, con i quadri del gruppo che sfilarono per le strade di Torino. Da lì in poi, assieme a Vittorio Ghidella responsabile del settore auto, guida la Fiat lungo gli anni di maggior successo.

L'addio a Torino

Dopo esserne diventato presidente in seguito al ritiro dai ruoli ufficiali in azienda dell'Avvocato, Romiti lascerà la Fiat nel 1998, con sulle spalle anche una condanna, condivisa con altri manager, per finanziamento illecito ai partiti, frode fiscale e falso in bilancio. Quest'ultimo capo d'accusa cadde nel 2003. Uscendo dal gruppo, chiese ad Agnelli di poter acquisire una quota di Gemina e iniziò un'attività imprenditoriale in proprio. Rifiutate due proposte, fra cui una di Silvio Berlusconi, Romiti divenne presidente del Corriere della Sera, carica ricoperta fino al 2004, e fu fra gli azionisti di Impregilo (di cui è pure stato presidente) e degli Aeroporti di Roma. A lui si deve anche la nascita della Fondazione Italia-Cina, che ha guidato dal 2003 al 2018, quando, a 95 anni, ha ceduto il timone all'imprenditore Alberto Bombassei, patron di Brembo.