
Bimbo prematuro
“Isn’t she lovely?”. “Non è bellissima?”. Pianto di una neonata campionato. Pianoforte. Occhiali scuri. Voce calda. Chi non conosce la splendida canzone che Stevie Wonder, il pianista cieco, quarantacinque anni fa dedicò a sua figlia Aisha? E chi non conosce, almeno per sentito dire, la Teoria della Relatività, alla quale è legato a doppio filo lo scienziato per antonomasia: Albert Einstein? Oppure chi non ha mai sognato coin Tom Sawyer o Huckleberry Finn, personaggi creati il secolo scorso dallo scrittore Mark Twain? E chi non si è emozionato davanti a dipinti capolavoro come Guernica di Pablo Picasso? Stevie Wonder, Einstein, Twain, Picasso. Geni assoluti. E in loro compagnia possiamo metterci anche Isaac Newton, Winston Churchill, addirittura Giulio Cesare. Cos’hanno in comune? Erano tutti nati prematuri. Li ricordiamo in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, che si celebra il 17 novembre.
Una giornata dedicata proprio a questa condizione, che riguarda chi sia nato sotto la 37^ settimana di gestazione. Ogni anno in Italia ne nascono 30mila, chiamati a combattere per sopravvivere e avere una vita normale sin dal primo vagito. Perché – va detto – nascere prematuri è tutt’altro che una passeggiata. Purtroppo, sono parecchi i bambini che non riescono a sopravvivere o riportano con gravissime forme di disabilità. E si ritrovano costretti ad affrontare una serie di complicazioni terribili per la vita del bambino. Problemi cardiaci. Problemi respiratori. Danni alla vista. Problemi neurologici. Ma guarire o conquistare comunque una vita normale è possibile. La medicina e cure adeguate sono fondamentali, la presenza costante dei genitori è necessaria e forse andrebbero previste forme speciali di maternità (e paternità) che consentano ai genitori si stare accanto ai loro figli sino a quando occorre. Ma spaventarsi è sbagliato. Ce la si può fare, con tutte le fatiche del caso. E’ importante allora ricordare chi, pur nascendo in anticipo e imboccando da subito una strada in salita, è riuscito ad avere una vita eccezionale.
Stevie Wonder, oltre che per la sua musica, è famoso perché è cieco sin dalla nascita. Non tutti sanno però che, ad esempio, la sua condizione dipende proprio da una retinopatia insorta proprio dopo essere nato prematuro. Era il 1950, e a tre anni si avvicinò per la prima volta a un pianoforte, che a 4 anni aveva già imparato a suonare. Il resto è storia. E se fino a qualche decennio fa nascere prematuri, specie se fortemente prematuri, era spesso sinonimo di morte, oggi per fortuna le cose sono notevolmente migliorate.
Le cure mediche hanno fatto passi da gigante. Ci sono casi di bambini nati appena del peso di mezzo chilogrammo, a volte anche meno, che sono non solo riusciti a sopravvivere, ma che una volta cresciuti hanno dimostrato di avere una marcia in più. Come se essersi trovati a lottare sin da piccolissimi li avesse aiutati a sviluppare una grinta eccezionale. Qualche anno fa, lo sciatore Christof Innerhofer, campione del Mondo di sci e vincitore di diverse medaglie olimpiche, ne parlò un’intervista televisiva anni fa: era nato prematuro e per questo era stato sottoposto a cure perinatali che, "crescendo - diceva - lo avevano reso un bambino iperattivo”, un "combina guai". Una volta incanalate nello sport la sua grinta e le sue energie, era però riuscito a metterle decisamente a frutto.
Lo sapeva bene Albert Einstein. Quando nacque nel 1879, in un’epoca in cui i medici nemmeno sprecavano più di tanto tempo ed energie per dare un futuro ai piccoli nati eccessivamente anzitempo, i suoi stessi genitori erano preoccupati per il suo futuro. Il piccolo aveva problemi nel linguaggio, la sua intelligenza era messa in discussione. Come è andata a finire è noto. Ad appena sette mesi era nato anche Winston Churchill, nel 1874, ma questo non gli avrebbe impedito di diventare un giorno uno dei più grandi primi ministri della Storia, di quella britannica di certo. Picasso nacque nella Malaga del 1881, Twain, pseudonimo di Samuele Langhorne Colemens, in Florida nel 1835. Andando ancora più a ritroso, si può tornare alla notte di Natale del 1642. Per i prematuri le speranze erano davvero scarse, eppure un certo Isaac Newton riuscì non soltanto a smentire tutte le aspettative, ma anche a dimostrare un’intelligenza talmente eccezionale da consentirgli un giorno di regalare all’umanità contributi eccezionali. Hanno sentito tutti parlare della Legge di gravitazione universale. Non era semplice, ma in fondo, sarebbe bastata una mela a consegnare alla Storia un piccolo prematuro.