Bibi Santi e la faida tra trapper: non volevo Simba La Rue morto, solo che lo umiliassero

Barbara Boscali, ai domiciliari per tentato omicidio, conferma la sua versione: ha aiutato i rivali per vendicare le umiliazioni che l'ex fidanzato le avrebbe inflitto. E ora, minacciata, ha paura

E’ arrivata in procura accompagnata dalla mamma e dal suo avvocato. Al terzo piano la stava aspettando il pm Emma Vittorio per interrogarla. Barbara Boscali, 31 anni, di Treviolo, è agli arresti domiciliari per il tentato omicidio del suo ex fidanzato, il trapper tunisino Simba La Rue, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, immigrato con la famiglia a Merone, nel Comasco. Il 16 giugno scorso La Rue era stato aggredito con botte e coltellate sotto casa della ex fidanzata. Una aggressione che era andata oltre e che nemmeno lei, come aveva ammesso davanti ai carabinieri, poteva immaginare.

La Boscali è stata sentita dal sostituto per un paio di ore in cui ha "confermato la sua versione che aveva fornito ai carabinieri, fatti che ormai sono consolidati", ha sottolineato il suo difensore Benedetto Maria Bonomo. Ha anche raccontato di aver subito delle minacce (e non solo via social) e per questo ha paura. Infatti è stata aumentata la sorveglianza da parte dei carabinieri sotto casa sua. Boscali, 31 anni, in arte Bibi Santi, un figlio avuto da una precedente relazione, ha ammesso di avere aiutato i rivali di Simba La Rue a vendicarsi per via dei maltrattamenti a cui l’avrebbe sottoposta.

Ma giura che non era sua intenzione ucciderlo. Credeva che lo avrebbero soltanto "bullizzato" e "umiliato". Oltre alla Boscali nei giorni scorsi è stato sentito anche Francesco Menghetti, di Milano, conosciuto nell’ambiente come "Franci" o "Bode". E’ stato sentito nel carcere di Bergamo. Davanti al pm ha confermato che non sapeva che la sera dell’aggressione a La Rue a Treviolo il suo amico Younnes Foudad avesse anche il coltello per colpire Simba. Ha ammesso di aver sferrato un pugno durante le fasi concitate.

Gli interrogatori degli altri imputati proseguiranno nei prossimi giorni. Le inchieste, sia quella della procura di Bergamo che di quella di Milano per il momento hanno contrastato la faida tra questi gruppi trapper, iniziata nel 2021, tra due gruppi, quello capeggiato da Baby Gang, con Simba La Rue, e quello capeggiato da Baby Touchè, vale a dire Mohamed Amine Amagour, 20enne, che gravita in Veneto.