Attanasio, appello della vedova e dell’Italia "Non condannate a morte i suoi assassini"

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Anche in Congo dove è stata violata la millenaria convenzione che tutela i diplomatici, lo Stato italiano si batte contro la pena di morte. E, con convinzione rafforzata dalla memoria del suo giovane ambasciatore ucciso due anni fa, ha chiesto che venga commutata in carcere un’eventuale sentenza capitale che dovesse essere inflitta ai responsabili della morte di Luca Attanasio. La richiesta del legale che rappresenta l’Italia, parte civile nel processo, è stata presentata nell’ udienza di ieri che ha visto imputati sei congolesi accusati dell’uccisione di Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e dell’autista Mustapha Milambo nell’agguato del febbraio 2021. Anche la vedova del diplomatico, Zakia Seddiki, si associa alla richiesta dell’Italia: "Luca era un uomo buono, era assolutamente contrario alla pena di morte".