"Un segnale di speranza: dopo undici mesi ho ancora gli anticorpi"

Cogliamo qualche spunto di ottimismo in una situazione dominata dall'incertezza

Sandro Neri

Sandro Neri

LETTERA

Caro direttore, se non fosse che in mezzo c’è una situazione drammatica, con gente che continua a morire, ci sarebbe quasi da sorridere. La trovata dei colori rischia di generare ulteriori confusioni. Non bastava definire una zona rossa, arancione o gialla, adesso spunta la sfumatura dell’arancione scuro.  Paola, da ilgiorno.it

RISPOSTA

Proviamo a sintetizzarla così: la situazione si complica, di conseguenza aumentano le sfumature dei colori. Adesso l’arancione scuro è riservato alla provincia di Brescia, dove per non allarmare non si parla di zona rossa, ma l’aumento dei casi impone maggiori restrizioni. Il resto della Lombardia, invece, da lunedì sarà in arancione semplice. Quindi per muoverci da comune a comune dovremo rispolverare l’autocertificazione, che avremmo volentieri dimenticato. Il problema è che i numeri non danno tregua, gli ospedali si stanno riempiendo e il numero quotidiano di casi continua a salire. Alimentato anche dalle diverse varianti del virus. E poi l’incognita vaccini, che peggiora tutto. Slittare i provvedimenti restrittivi dalla domenica al lunedì è un segno di attenzione ma non risolve il problema. Si continua a navigare a vista, nell’incertezza. Ogni tanto si scorgono segnali di speranza. Ieri, per esempio, mi è stato comunicato il referto del test sierologico. A undici mesi dalla malattia ho ancora moltissimi anticorpi. Quello della durata dell’immunità è un’incognita, ma prove empiriche come questa aiutano a guardare il futuro con maggiore fiducia. mail: sandro.neri@ilgiorno.net