Cosa sono le antenne giganti che cercano l’acqua “appese” agli elicotteri

Moderni ed enormi rabdomanti, sfruttano le onde elettromagnetiche per cercare nuove fonti d’acqua e mappare la distribuzione delle risorse idriche sotterranee

Le operazioni di recupero dell'antenna caduta nel bresciano

Le operazioni di recupero dell'antenna caduta nel bresciano

Brescia, 25 marzo 2023 – L’enorme antenna che questo pomeriggio si è staccata dall’elicottero che la trasportava ed è caduta in un terreno agricolo (fortunatamente non causando feriti) serviva per individuare sorgenti d’acqua nel sottosuolo. Non è la prima volta che i cieli bresciani sono attraversati da elicotteri che trasportano questi giganteschi esagoni: già nel 2021 infatti era stato condotto uno studio per la ricerca di nuove falde acquifere su una porzione di territorio. L’indagine innovativa era stata progettata dall' Ufficio d'Ambito di Brescia, che aveva firmato una convenzione con A2A Ciclo Idrico ed Acque Bresciane per conoscere la distribuzione delle risorse idriche sotterranee nel Bresciano con un livello di dettaglio mai raggiunto.

Una necessità sempre più stringente in un momento in cui, nonostante sia appena iniziata la primavera, l’allarme siccità in Lombardia è già drammatico. Ma come funzionano questi moderni rabdomanti, larghi 20 metri per 30?

Il sistema Skytem  Surveys Aps è stato messo a punto dall'università danese di Aarhus a partire dalla seconda metà degli anni ’90, adotta una metodologia chiamata Airborne ElettroMagnetico, il cui utilizzo a livello mondiale è partito solo nei primi anni 2000. Si tratta di una modalità d’investigazione del sottosuolo esclusiva nel suo genere, che prevede l’uso di antenne trasmittenti e riceventi appositamente montate su un elicottero, capaci di sfruttare le onde elettromagnetiche per dialogare con il territorio che si vuole studiare; il che significa che è possibile mappare in tempi brevissimi territori ampi centinaia di chilometri, raggiungendo addirittura i 300 metri di profondità. Oltre a essere non invasiva, in quanto non prevede trivellazioni nel suolo e sottosuolo tantomeno l’accesso in proprietà private o in luoghi poco praticabili, questo innovativo metodo non presenta controindicazioni, dunque nessun rischio per la salute dei cittadini e per le strutture esistenti nei territori monitorati.