Ghiacciai che ingrigiscono mentre perdono di superficie e spessore, si disgregano in corpi più piccoli confinati ad alta quota, dove aumentano fenomeni di instabilità quali frane, colate detritiche, valanghe di roccia e di ghiaccio. È la fotografia dell’emorragia glaciale vissuta dall’intero arco alpino per effetto della crisi climatica, raccontata, alla vigilia della Giornata internazionale della montagna, da Legambiente e del Comitato Glaciologico Italiano (Cgi) che hanno presentato il report finale di Carovana dei ghiacciai 2022.
Per quanto riguarda i ghiacciai lombardi, la Carovana ad agosto si era soffermata sul ghiacciaio dei Forni, nel gruppo Ortles-Cevedale. Il secondo gigante italiano (dopo l’Adamello) nell’ultimo anno ha visto l’arretramento della fronte di più di 40 metri lineari (400 metri negli ultimi 10 anni), perdendo la sua qualifica di ghiacciaio ‘himalayano’ per effetto della frammentazione in tre corpi glaciali. Il rapporto di Legambiente include anche gli esiti del monitoraggio del Servizio glaciologico lombardo, che da anni collabora con il Cgi. Ristretto il campione di ghiacciai, perché si rileva la crescente difficoltà a fare un monitoraggio di tipo quantitativo. I dati confermano che la calda estate 2022 ha lasciato un segno profondo.
Nel suo bilancio di massa, ad esempio, il Ghiacciaio del Lupo (Alpi Orobie) ha perso il 60% di quanto ha perduto in 12 anni. Per il ghiacciaio di Suretta Sud, gli operatori glaciologici prevedono di dover presto porre fine alla serie ventennale dei bilanci di massa, a fronte di una copertura detritica sempre più estesa e consistente e del pericolo nell’esecuzione delle operazioni, a causa dei crolli di massi dalle pareti circostanti. Il Ghiacciaio di Fellaria (Gruppo del Bernina, Valmalenco) perde in 4 anni quasi 26 metri di spessore, mentre il Ghiacciaio del Ventina (Gruppo del Monte Disgrazia, Valmalenco), un tempo magnifico esempio di ghiacciaio vallivo, in un anno ha perso 200 metri della sua lingua. "Dalla tragedia della Marmolada – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – all’alluvione delle Marche, fino alla frana di Ischia: nell’anno più drammatico per l’ambiente, è fondamentale che il Governo approvi il Piano di adattamento climatico entro fine anno".