Dopo la sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato il sito Realreviews.it si è acceso il faro sulle false recensioni su Amazon. Il fenomeno prende il nome di “boosting illecito” e funziona così: un soggetto commissiona recensioni false su un prodotto allo scopo di far salire il suo valore e il suo posizionamento sulle piattaforme di commercio online (come Amazon) e offre denaro o rimborsi in cambio di queste valutazioni.
Il ruolo di Facebook e Telegram
Alla fine, la qualità del prodotto può essere totalmente dissimile a quella reale, con notevole danno per i consumatori e per i siti di vendita. Amazon vieta tassativamente l’utilizzo di questa tecnica. Spesso, denuncia l’associazione Altroconsumo, “a mettere in contatto rivenditori e utenti dalla recensione facile sono addirittura agenti-intermediari attraverso numerosi siti web, gruppi Facebook e canali Telegram”.
Il sito Realreviews.it, chiuso dai giudici di Milano, offriva ai potenziali recensori un rimborso completo dei prodotti acquistati se avessero pubblicato e fornito la prova di una recensione a 5 stelle, violando la legge sulla concorrenza sleale.
Vantaggio economico
Altroconsumo spiega che “tutti questi soggetti lucrano su un sistema che fa leva sul vantaggio economico (l'acquisto gratuito) da parte dell'utente-recensore reclutato dall’intermediario. Le false recensioni così ottenute eludono di fatto il controllo di Amazon perché risultano effettuate a seguito di un vero e proprio acquisto. I rivenditori che si appoggiano a questi siti e gruppi per reclutare recensori, di fatto incrementano in maniera artificiale la reputazione dei loro prodotti su Amazon; il consumatore che non lo sa, rischia quindi di fidarsi delle false recensioni e di acquistare un prodotto che sulla carta viene valutato 5 stelle”.