GIULIO MOLA
Cronaca

Baby-calciatori, l’agente finito nei guai: "Ambizioso, non scafista"

Filippo Pacini è un procuratore Fifa che tre anni fa decise di patteggiare: "Mai stato un trafficante di ragazzini. Altri sanno come farli arrivare"

Filippo Pacini è un agente Fifa alla ricerca di talenti da valorizzare

Milano, 3 febbraio 2020 - Appuntamento alle 10, nella hall di uno dei tanti hotel di Milano (zona stazione) che la settimana scorsa hanno ospitato presidenti, dirigenti, procuratori, intermediari e giocatori. Sono le ultime frenetiche ore di calciomercato e Filippo Pacini, 37 anni, agente Fifa di origini toscane, non vuol mancare. Ma prima decide di rompere il silenzio dopo quasi tre anni difficili, perché, dopo essere stato coinvolto nel 2017 in un’inchiesta della Procura di Prato sul “traffico“ di calciatori africani approdati in Italia, la sua attività è diventata una strada in salita. "Il cellulare mi squillava decine di volte al giorno, poi per mesi è rimasto muto... Ma per fortuna ora sto rientrando in pista".

Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina fu l’accusa: Pacini, lei non fu giudicato colpevole dalla giustizia sportiva ma patteggiò con quella penale. E oggi quasi si pente... "Certo, perché i fatti hanno dimostrato che non ci furono reati. Io trafficante di ragazzini? Ma non scherziamo, gli scafisti sono altri e poi in Africa non ci sono mai stato. Patteggiai perché mi trovai con una situazione familiare particolare: mia figlia era nata da cinque giorni e poi non volevo perdere le procure di altri giocatori".

Ma perché è finito nel mirino della magistratura? "In tutta la vicenda ho commesso un errore: da giovane agente Fifa alle prime esperienze ero un po’ troppo ambizioso. Avevo già la procura di Kouamè, che oggi è uno dei talenti più richiesti sul mercato, ma arrivarono altri ragazzi africani in Italia, minorenni. A uno di loro diedi ospitalità, come “tutor“. Certo, avevo i miei interessi, ma nessuno ha mai torto loro un capello o ha sfruttato questi ragazzi, anzi sono stati aiutati, economicamente e dal punto di vista sportivo".

Però le accuse furono pesanti: le contestarono un’intercettazione in cui lei avrebbe detto che “l’unico modo per tesserare un ragazzo sarebbe stato quello di farlo venire col barcone...“. "Era una frase inserita in un contesto diverso: due bambini erano già in italia dal 2013, adottati da una famiglia italiana. Un avvocato mi fece notare che così non era semplice tesserare i minorenni a meno che non fossero arrivati col barcone. E a me parve assurdo e replicai con una “battuta“. Da qui è nato un caso mediatico, innescato tra l’altro da un altro personaggio...".

Spieghi meglio. "Un certo Gabanè, giovane allenatore ivoriano, era arrivato in Italia di sua volontà perché amico di un dirigente, e sperava di far carriera nei nostri campionati. Per una serie di motivi non è riuscito ad ottenere un contratto e si è voluto “vendicare“ raccontando che io ed altre persone gestivamo dei minorenni...".

Comprenderà che il problema esiste, lo dicono i numeri. "Certo, lo so, e i veri trafficanti sanno bene come muoversi. E soprattutto sanno come far arrivare i ragazzini con i barconi. Ma le assicuro che io sto lontano da certa gente. Quelle organizzazioni sono attrezzatissime, a cominciare dalla fornitura di documenti, spesso falsi. Gli africani vogliono tutto e subito, e pagano per avere dei favori. Noi stessi procuratori a volte non sappiamo chi abbiamo di fronte".

Diciamo che lei ha affrontato la questione con leggerezza . "Mi sono trovato dentro un meccanismo che neppure mi piaceva e alla fine ci ho rimesso. Ho perso anche la procura di Kouamè, che per me poteva anche essere la svolta lavorativa. E per un po’ di tempo in tanti mi hanno voltato le spalle. Però mi creda, in tutta questa vicenda non ci ho guadagnato un euro. Ora ci riprovo, ho ragazzi di talento da gestire"

Ha la procura di altri africani? "No, per carità, non mi occupo più di extracomunitari a meno che non abbiano già un contratto da professionista. Punto molto su Rivas, nazionale honduregno di 22 anni. Ora è alla Reggina, sono certo che farà carriera".