LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Aereo nell'Adige: chi è Marco Fozzer, il pilota che ha imitato il film con Tom Hanks

È riuscito a salvare se stesso, il passeggero e persino il velivolo, ammarando nel fiume come nella pellicola di Hollywood "Sully"

Tom Hanks nel film "Sully" e Marco Fozzer

Trento - La vicenda, in piccolo, ricorda quella di Sully Sullenberger, il pilota americano che nel gennaio del 2009 riuscì ad effettuare una delle manovre più difficili, l'ammaraggio, in quel caso con un Airbus 320 nel fiume Hudson, a New York, salvando la vita a tutti i 150 passeggeri a bordo. La versione ridotta dell'episodio, entrato nella storia dell'aviazione e immortalato nel film "Sully", è andata in scena ad Acquaviva di Trento, dove un piccolo velivolo a due posti, rimasto senza benzina, è riuscito "ammarare" nel fiume Adige, senza conseguenze per pilota e passeggero. 

Protagonista della storia a lieto fine e Marco Fozzer, 54 anni. E, a incidente risolto solo con un grande spavento, una considerazione è nata spontanea in tutti: non poteva capitare a persona più preparata. Fozzer infatti è direttore della scuola di volo dell'aeroporto Caproni di Trento, vola da quando aveva 18 anni, vale a dire da 35 anni, e ha accumulato talmente tanta esperienza da essere riuscito a mantenere il sangue freddo e la giusta concentrazione anche in un momento così difficile.

Quando infatti al piccolo aereo, il cui nome - Pipistrell Virus Sw - non prometteva bene fin dall'inizio, si è spento il motore per un problema al carburante, Fozzer ha prima lanciato l'Sos all'aeroporto di Trento, ma ha poi subito capito che bisognava "arrangiarsi". E cioè preprarsi a un atterraggio di fortuna. "Ho escluso - ha spiegato dopo l'incidente - le strade, le ciclabili e tutte le soluzioni che potevano essere dannose, anche per terzi. La cosa più semplice era cercare un ammaraggio nell’Adige".

Fozzer dice "più semplice", ma in realtà l'ammaraggio è forse la manovra più difficile in assoluto. Anche perché l'Adige nel tratto in cui il velivolo è "atterrato" è largo poco più di 50 metri. Il sangue freddo dello Scully trentino ha fatto in modo che quello che poteva essere un disastro, si sia trasformato solo in un'avventura da raccontare.

Il tutto è durato solo 4 minuti, ma immaginiamo - soprattutto per il passeggero - di durata infinita. Quando l'aereo ha iniziato a perdere quota, Fozzer ha individuato il punto del fiume dove provarci Poi è stata solo questione di "manico", di nervi d'acciaio e sensibilità sulla cloche. "L'importante è non cappottarsi. È l’impatto con l’acqua che va gestito", ha spieghato ancora il pilota. E lui l'ha gestito al meglio.

Tanto che persino il velivolo non ha riportato danni e quello che hanno recuparto i Vigili del Fuoco era un mezzo integro che necessitava - evidentemente - solo di essere ascuigato. Disarmante il commento di Fozzer dopo aver raggiunto a nuoto, insieme al suo compagno di viaggio, la riva dell'Adige: "Alla fine non avevamo neanche un graffio. Un bagno nell’Adige, non l’avevo mai fatto".