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Abusi su minori, Delpini: “La nostra Chiesa è ferita, il comportamento scandaloso di alcuni preti incrina la fiducia verso tutti noi”

Nell’omelia della Santa Messa crismale, l’Arcivescovo di Milano ha fatto anche riferimento alle ultime vicende che hanno colpito e turbato la diocesi ambrosiana.

L'arcivescovo Mario Delpini durante una Santa Messa in Duomo a Milano

L'arcivescovo Mario Delpini durante una Santa Messa in Duomo a Milano

Milano, 17 aprile 2025 – “La nostra Chiesa è ferita, il nostro presbiterio è ferito. Il comportamento scandaloso di alcuni di noi preti diventa una ferita per tutto il presbiterio, e tutti ne siamo umiliati e in qualche modo avvertiamo che è incrinata la fiducia verso tutti noi”. Sono le parole scelte dall’arcivescovo Mario Delpini, durante l’omelia della Santa Messa crismale, celebrata alle 9.15 di questa mattina, in Duomo a Milano, per stigmatizzare le ultime vicende che hanno colpito e turbato la diocesi ambrosiana. 

Nessun nome, ma sacerdoti e diaconi (l’omelia è specificamente dedicata al tema del sacerdozio ed è seguita dalla rinnovazione delle promesse sacerdotali, che manifesta con particolare evidenza l’unità del presbiterio con il Vescovo, ndr) sanno che il riferimento è a don Ciro Panigara, parroco arrestato nella diocesi di Brescia per presunte violenze sessuali ai danni di minori, e don Samuele Marelli, l’ex responsabile degli oratori di Seregno (diocesi di Milano) indagato dalla procura di Monza per presunti abusi sessuali.

Delpini prosegue: “Anche se non ogni comportamento scandaloso, che riguardi il potere, il sesso, l’uso del denaro, è un delitto perseguito dall’ordinamento canonico o civile, è però sempre una ferita per la gente che si aspetta una parola e una vita di vangelo, è una ferita per tutto il presbiterio, per tutto il clero, per le comunità”. E sottolinea: “L’abuso commesso da uno di noi preti è una ferita inguaribile in chi ne è vittima, perché è la smentita e la frantumazione di una fiducia che è diventata confidenza, condivisione, apertura all’intimità più profonda. Ci sono quindi ragioni perché in questo contesto la gente sia incline alla sfiducia, allo scetticismo, alla reazione scandalizzata”.

L’Arcivescovo si domanda “come sia possibile che uomini consacrati per portare il lieto annuncio della salvezza, diventino motivo di scandalo e diventino un argomento per screditare la Chiesa, i suoi preti, e quasi di conseguenza la parola che viene annunciata”. 

Nonostante “percorsi di formazione e di prevenzione” e il richiamo “a comportamenti prudenti, coscienziosi”, ammette Delpini “continuiamo a restare scandalizzati dalla leggerezza, dalla faciloneria che si autogiustifica, dalla mancanza di percezione del male che si compie verso persone che hanno dato fiducia, verso i confratelli e verso la Chiesa intera”.

E ancora: “Continuiamo a costatare il danno che ogni abuso rappresenta per le vittime, per le comunità. Continuiamo a prendere coscienza che il prete colpevole o anche semplicemente accusato di un abuso o di un comportamento inappropriato è segnato per tutta la vita”.

Ma l’Arcivescovo dice di trovare comunque conforto di fronte a questi motivi di desolazione. “La mia consolazione e il mio incoraggiamento siete voi. Voi, i preti ambrosiani, i preti seri, i preti che fanno il prete con dedizione ammirevole, i preti che in ogni età sono animati dall’amore personale e appassionato per Gesù e per la gente, dal senso di responsabilità per la comunità”.

Non siamo perfetti e nessuno si è mai è sottratto alle tentazioni – ammette Delpini -. Ma voi siete un motivo per avere fiducia perché vi sdegnate per gli scandali, vi arrabbiate per il discredito che ci ferisce, ma avete una riserva inesauribile di generosità, di compassione, di creatività. Siete preti sono grati per la fraternità presbiterale, che la edificano, che portano i pesi gli uni degli altri, che sanno correggersi e incoraggiarsi a vicenda, che pregano insieme”.

E conclude rimarcando: “Voi siete motivo di fiducia e la gente sa che può fidarsi di voi, che ha bisogno di voi, che senza i preti la nostra Chiesa non può continuare la sua missione secondo quell’inconfondibile tratto ambrosiano di cui sono così fiero e grato”,