Tumore al cervello asportato in chirurgia transulcale su paziente sveglio: è la prima volta in Europa

Cremona, il delicato intervento è stato eseguito all’ospedale Maggiore di Cremona su un paziente di 50 anni. “Ero sereno nonostante un intervento alla testa spaventi sempre”

Sala operatoria

Sala operatoria

 Per la prima volta in Europa è stato eseguito un intervento in chirurgia transulcale su un paziente sveglio per l’asportazione di un tumore al cervello. È successo all'ospedale Maggiore di Cremona, dove un uomo di 50 anni, proveniente dalla provincia di Milano, si è sottoposto al delicato intervento, effettuato dall'equipe di Neurochirurgia diretta da Antonio Fioravanti.

Il chirurgo: “Risveglio pilotato durante l’operazione”

"La combinazione di queste procedure è indicata per lesioni profonde e difficili da raggiungere, in cui la chirurgia tradizionale comporterebbe una maggiore sofferenza per il cervello — spiega Fioravanti —. Durante l'operazione, il paziente viene risvegliato e gli viene chiesto di rispondere a determinati stimoli, come muovere gli arti, parlare o disegnare. E questo consente di preservare l'integrità e il funzionamento delle aree sensibili riducendo sensibilmente i rischi”. La massa tumorale asportata era situata nell'area che controlla il movimento.

Il paziente: “Ero tranquillo nonostante il delicato intervento”

“Quando sono stato svegliato in sala operatoria, sapevo perfettamente come mi sarei dovuto comportare. Mi sono sentito tranquillo e sereno nonostante un intervento alla testa spaventi sempre", racconta il paziente, che pensa già alle dimissioni: “Voglio rimettermi in forze al più presto e attraversare tutta l'Italia”, afferma annunciando il suo progetto di viaggio. Decisiva per la riuscita dell'intervento la collaborazione tra neurochirurghi, neuropsicologi, neuroradiologi, neuroanestesisti e neurofisiopatologie, sempre affiancati dal personale di sala operatoria.

Cos’è la chirurgia transulcale e come funziona

La chirurgia transulcale (Brain Path) sfrutta la presenza dei solchi cerebrali per preservare i fasci di materia bianca, responsabili di funzioni importanti come il movimento o il linguaggio. Per farlo, viene utilizzato un apposito strumento, che inserito nel solco cerebrale consente di raggiungere la lesione per intervenire in modo preciso e mirato. Tutto ciò è possibile grazie alla neuronavigazione, che consiste nella mappatura tridimensionale della lesione e delle aree limitrofe. La pianificazione effettuata prima dell'intervento permette di definire la traiettoria migliore per raggiungere il tumore preservando al massimo l'organo. Oltre ad essere mininvasiva rispetto alla tradizionale 'open surgery', consente di ridurre la durata dell'intervento, le complicanze operatorie e postoperatorie e i tempi di recupero. Non a caso, a sei giorni dall'intervento, il paziente potrà essere dimesso.