Simone Bianchessi perseguitato perché si chiama come latitante austriaca, va in Tv a denunciare ma arriva la polizia in hotel

L’uomo, 47 anni, da dieci vive nell’incubo di vedersi accerchiare dalle forze dell’ordine che più volte hanno cercato di arrestarlo a causa dell’omonimia

Simone Bianchessi

Simone Bianchessi

È successo ancora. E lui non sa più cosa fare perché non riaccada. Simone Bianchessi ha la colpa di chiamarsi... Simone Bianchessi. Perché con lo stesso nome e cognome c’è una persona che ha sulla testa un mandato di cattura internazionale, spiccato dieci anni fa dall’Austria per non si sa bene quale reato, ma di certo non si trattava di cose di poco conto. L’unica “fortuna” è che la persona ricercata è una donna; la sfortuna, invece, è che anche il suo nome si scrive esattamente uguale: Simone, che in Italia è maschile, mentre all’estero è femminile. E, nonostante anni passati a spiegare l’equivoco, per Bianchessi (uomo) ogni volta si tratta di avere a che fare con le forze dell’ordine.

Riavvolgiamo il nastro. La storia di Simone Bianchessi, 47 anni, impiegato di Sergnano con lavoro nella Bassa bergamasca, l’avevamo raccontata tempo fa. Quando il 47enne si reca all’estero o soggiorna in albergo, arriva la polizia (o i carabinieri, a seconda di dove si trovi) per arrestarlo, perché convinti che si tratti della donna ricercata. È già accaduto in mezza Europa, tutto poi finisce quando ci si rende conto che Simone è un uomo, ma non è piacevole per nessuno veder fare irruzione le forze di polizia nella propria camera d’hotel. E poi Simone tutte le volte deve spiegare e spiegare. Una volta, addirittura, divideva la camera con la sorella Viviana, che ha passato una brutta mezz’ora in quanto le forze di polizia che hanno fatto irruzione in camera hanno pensato che fosse lei la ricercata.

Sembrava che qualcosa si stesse smuovendo, in senso positivo, dopo che Simone aveva reso la questione pubblica, lamentando il suo continuo disagio (una volta la polizia lo aveva prelevato da una spiaggia, dove il cremasco stava prendendo il sole, in mezzo a decine di persone). Non è stato così. È capitato che il suo caso venisse a conoscenza dei programmi d’infotainment della televisione nazionale e un paio di questi, “I fatti vostri” e “Italia Sì”, lo invitassero a raccontare la sua storia. Simone si è recato a Roma per presenziare in diretta alle due trasmissioni e si è fermato in un hotel messo a disposizione dalla Rai. Dopo aver partecipato ai talk e aver raccontato le sue vicissitudini, che durano da dieci anni, la sera è andato in albergo per restare la notte e ripartire il giorno seguente alla volta di Sergnano. E che cosa è successo? Che la mattina presto in albergo hanno fatto irruzione in forze gli agenti della polizia di un commissariato di Roma, convinti di prendere l’imprendibile ricercata Simone.

Tutto chiarito per l’ennesima volta. Ma non c’è la possibilità che Simone, il cremasco, sia lasciato in pace, per via della pericolosa omonimia: ancora pochi giorni fa, mentre era i villeggiatura in Toscana, l’ennesimo maledetto equivoco. A Bianchessi non resta che sperare l’omonima Simone venga finalmente presa. Sempre che la donna non abbia cambiato nome.