
Intervento in sala operatoria (immagine di repertorio)
Quella di Mario (nome di fantasia) sottoufficiale della Marina militare, volato da Taranto a Cremona per far asportare con intervento chirurgico un tumore di quattro chili sopra il rene è una delle tante storie di buona sanità e di eccellenza lombarda. Una vicenda sanitaria a lieto fine, come quella - ben più singolare - di Rachele, 49 anni, arrivata a pesare 120 chili a causa di un tumore ovarico di 42 chili, e operata nei giorni scorsi alla Mangiagalli di Milano. Niente a che vedere con la massa di circa 20 centimetri asportata al sottoufficiale pugliese.
La fase di preparazione dell'operazione è stata seguita a distanza, in collaborazione con gli specialisti dell'Anestesia ed Endocrinologia. “Sto bene - ha detto il sottufficiale dopo l’intervento - e fin dal primo momento mi sono sentito tranquillo, fiducioso, in buone mani, mi sono sentito a casa”. La rapida ripresa gli consentirà di riprendere presto il lavoro e le attività quotidiane. “Non vedo l'ora di tornare alla mia vita”. Il paziente è stato dimesso e lunedì potrà prendere l'aereo per tornare a Taranto.
“La chirurgia ai tumori del surrene è molto delicata - spiega il direttore della Chirurgia generale dell'ospedale Maggiore lombardo, Gian Luca Baiocchi -. Gli ormoni prodotti da queste ghiandole hanno la capacità di influenzare fortemente la pressione sanguigna del paziente, con sbalzi che rischiano di causare shock o arresto cardiaco. La massa del tumore comportava complicanze, come la compressione del rene destro e dei vasi sanguigni circostanti".