Crema, il giallo del prof morto: "Pensavo che Mauro fosse al sicuro"

La sera della scomparsa, a casa degli amici si era parlato di tradimenti

Mauro Pamiro, il prof musicista trovato morto il 29 giugno, e la moglie Debora Stella

Mauro Pamiro, il prof musicista trovato morto il 29 giugno, e la moglie Debora Stella

Crema (Cremona), 16 luglio 2020 - Dopo l’interrogatorio di Debora Stella, moglie di Mauro Pamiro, il professore di 44 anni trovato morto il 29 giugno nel cortile di una villa in costruzione, qualche domanda trova risposta.

Per esempio, la bicicletta bianca trovata al cimitero il giorno del rinvenimento del cadavere. Debora avrebbe detto al magistrato che la bici era in uso a lei e che lei l’avrebbe lasciata al cimitero. E la donna ha spiegato che domenica era andata al cimitero a far visita alla tomba di sua madre, morta due anni fa e che quando era tornata non aveva più trovato le chiavi. Per questo l’ha lasciata lì. Debora ha spiegato perché la domenica, in assenza di Mauro, lei non aveva dato l’allarme. Sempre secondo le indiscrezioni, Debora era a conoscenza di dove avrebbe dovuto essere il marito e lo riteneva al sicuro. Ha raccontato al magistrato che nel pomeriggio passato dagli amici avevano parlato di tradimenti e che lui non sembrava essersela presa. Poi, a casa, verso mezzanotte, Mauro aveva voluto uscire, dicendo di andare a fare una passeggiata. E quando domenica lei non lo ha visto, ha pensato che fosse andato a trovare la mamma, in vacanza in Liguria.

Infine, la rivelazione del padre sulla malattia del figlio. Mauro Pamiro soffriva da diversi anni di distrofia muscolare. Era affetto dal morbo di Becker. Questo non gli impediva una vita normale. Soffriva di alcuni dolori, ma camminava e andava in bicicletta. Dalla scuola fanno sapere che nessuno era a conoscenza di questo particolare né Pamiro era persona che si assentasse per malattia. Tuttavia, il particolare era noto sin da subito agli avvocati, che hanno avvertito il magistrato prima che si eseguisse l’autopsia di questo particolare. Un altro fatto importante è che la distrofia, che il padre calcola al 35%, non impediva al figlio di fare le scale. Tuttavia, è difficile anche per una persona perfettamente sana e non del mestiere districarsi su un’impalcatura. Figuriamoci al buio e a piedi nudi. Certo, una cosa è arrampicarsi sull’impalcatura di un cantiere dove la casa in costruzione non ha ancora le scale interne e un’altra entrare (da solo?) in un altro cantiere con le scale interne e più alto.