Taglio agli uffici postali, la scure si abbatte anche su Cremona

Subito sono scattate le proteste, da parte dei sindacati, ma anche dei sindaci che vedono sparire nei loro paesi un servizio fondamentale di Daniele Rescaglio

Un ufficio postale (foto generica)

Un ufficio postale (foto generica)

Cremona, 4 febbraio 2015 - Taglio agli uffici postali del Cremonese. E' stato infatti definito il Piano che contiene l'elenco degli uffici che saranno chiusi e quelli per cui è prevista una riduzione delle giornate apertura. Le strutture interessate dal piano tra Cremonese, Cremasco e Casalasco che chiuderanno saranno Galliganno, Ombriano, Vicomoscano. Verranno invece razionalizzati con aperture non tutti i giorni: Acquanegra Cremonese, Bonemerse, Camisano, Capergnanica, Capralba, Casale Cremasco, Casaletto Ceredano, Casalmorano, Castelvisconti, Cicognolo, Credera Rubbiano, Cremosano, Cumignano sul Naviglio, Fiesco, Genivolta, Izano, Malagnino, Martignana di Po, Motta Baluffi, Paderno Ponchielli, Pescarolo, Pieve S.Giacomo, Ricengo, Ripalta Arpina, San Daniele Po, Stagno Lombardo.

Subito sono scattate le proteste, da parte dei sindacati, ma anche dei sindaci che vedono sparire nei loro paesi un servizio fondamentale. L’onorevole Franco Bordo (sel) ha presentato oggi una interrogazione parlamentare: “Un piano di chiusure e riduzione di servizi che risulta essere ancora più indigesto da parte di una azienda pubblica che registra importanti utili e profitti e che pare intenzionata con questa scelta ad aumentare la sua appetibilità finanziaria in vista della quotazione in Borsa, senza tenere in alcun conto le ricadute che queste scelte avranno sui servizi ai cittadini” sottolinea Bordo. “Il Governo chiarisca se dopo aver autorizzato con la Legge di Stabilità le Poste a consegnare la posta solo quando lo ritengono economicamente vantaggioso, ora condivida anche questa massiccia riduzione della presenza territoriale di un servizio essenziale come quello postale” prosegue.