Fino in Portogallo a caccia della ex: le spara alla testa e poi si uccide

Cremona, era accampato da sei mesi nella città atlantica di Peniche per convincerla a tornare con lui

Nadiya Ferrao, la vittima

Nadiya Ferrao, la vittima

Peniche (Portogallo), 27 novembre 2020 -  Ha ucciso lunedì notte l’amante di origine ucraina a colpi di pistola e poi con la stessa arma si è tolto la vita. Un tipico omicidio-suicidio, avvenuto in Portogallo, a Peniche, sulla costa atlantica dell’Estremadura, una delle capitali mondiali dei surfisti e della pesca, come la vicina Nazaré. L’uomo si chiamava Roberto Arcari, sessantenne, originario di Cingia de’ Botti, ma residente a Cremona.

Da sei mesi aveva raggiunto la città portoghese sulle tracce di una sua ex con la quale aveva avuto una storia in Italia e voleva riprendersela. Ma la donna, ril cui nome era Nadiya, 40 anni, nel frattempo si era risposata con un portoghese, José Ferrao. Nella sua città di nascita in Ucraina, Ternopil, lei aveva già una figlia con il primo marito. Arcari, un ex infermiere in pensione, secondo la ricostruzione della Polizia Giudiziaria portoghese negli ultimi sei mesi ha vissuto nel camper dove si è consumata la tragedia. Era arrivato dall’Italia dopo una sosta in Spagna, a Barcellona. Lui e la donna si erano rivisti, avevano parlato a lungo, ma la donna aveva espresso il desiderio di interrompere definitivamente quella storia: da alcune settimane il marito, a causa di una malattia, era allettato e non poteva più lavorare nel bar che gestiva. La donna si era così messa a fare turni sempre più stressanti nell’industria di inscatolamento del pesce dove lavorava per sostenere l’economia familiare. Anche per questo aveva avvertito Roberto che non avrebbe avuto più tempo da dedicargli. Il cremonese non si è dato per vinto e ha chiesto a Nadiya un ultimo, definitivo appuntamento di chiarificazione, con la speranza che la donna cambiasse idea. Dopo alcune insistenze lei ha accettato quell’ultimo incontro, decisa a non farsi ingannare. Arcari si è così recato all’azienda dove la donna lavorava. Avevano fissato l’appuntamento alla fine del turno ed era già tarda sera.

A bordo del camper, la coppia – secondo la ricostruzione degli inquirenti –, con lui alla guida, si è diretta verso uno dei belvedere più belli del Portogallo occidentale, quello di Cabo Carvoeiro. Nel parcheggio , in quel momento deserto, Arcari ha fermato il camper e fra gli ex amanti è iniziata una serrata discussione. A che ora sia avvenuto il fatto non è ancora stato stabilito. Il modo in cui si è realizzato è invece chiaro. Al culmine della discussione, l’uomo ha estratto la pistola e l’ha puntata alla testa di Nadiya; quando ha visto uscire flotti di sangue dalla nuca ha rivolto l’arma contro se stesso. Anche per lui un colpo alla testa. Arcari è restato ucciso all’istante, mentre Nadiya era ancora viva e respirava flebilmente quando, all’alba del martedì, un passante è stato colpito da macchie che sembravano di sangue fuori dalla portiera del passeggero, leggermente socchiusa: l’ucraina aveva tentato di scappare, ma le forze le erano mancate. Sono giunti immediatamente i soccorsi: per Roberto Arcari - che lascia una sorella residente a Sospiro - non c’era più nulla fare, mentre Nadiya Ferrao è stata soccorsa. L’elicottero che la doveva portare in ospedale non è stato fatto atterrare, ma è stato deciso di tentare la corsa in ambulanza verso l’ospedale Santa Maria di Lisbona, cento chilometri a sirene spiegate. La donna però non ce l’ha fatta ed è morta in sala operatoria.

(ha collaborato Daniele Rescaglio)