Pianengo, bimba esclusa dalla materna. Il sindaco: mi batto perché frequenti

La prima campanella è suonata il 5 settembre, ma non per tutti

Bambini in una scuola materna (foto d'archivio)

Bambini in una scuola materna (foto d'archivio)

Pianengo (Sondrio) - "Lei non può entrare". La prima campanella è suonata il 5 settembre, ma non per tutti. Gioia (nome di fantasia) quattro anni, tracheotomizzata, non può andare a scuola perché non c’è un’infermiera che la segua nelle ore settimanali di presenza. E quindi sta a casa. Cosa succede? Ce lo spiega il sindaco di Pianengo Roberto Barbaglio: "Da un mese mi sto battendo per consentire alla piccola di frequentare la materna, che non è scuola dell’obbligo e che quindi necessita di alcuni accorgimenti. Per legge la scuola non può assumersi la responsabilità di prendere in carico la piccola. Ci vuole un’infermiera che sia presente e, in caso di necessità, intervenga".

E chi deve incaricare l’infermiera? "L’Ast di Cremona deve certificare che la piccola abbia la necessità di questa infermiera e il diritto a essere assistita. Perché la scuola non può prendersi la responsabilità di una bambina tracheotomizzata". Dovrebbe? "Sì, perché ormai da un mese assistiamo a questo ritardo. Adesso, il prossimo 20 settembre, avremo una riunione che dovrebbe essere definitiva". Ma fino al 20 non si può incaricare un’infermiera? "La famiglia dovrebbe provvedere personalmente a pagarsela. E non penso sia possibile. Il comune potrebbe anche venire loro incontro, ma stiamo attendendo l’Asl. Ho parlato con il direttore generale Salvatore Mannino che si sta adoperando per risolvere al più presto la situazione di stallo". E che cosa si fa? "Siamo davvero imbarazzati e speriamo che l’Asl dia il via libera alla bambina. Non capiamo questi tempi lunghi, anche perché è da un mese che ne parliamo".

E intanto i genitori di Gioia hanno fatto un filmato che è andato su facebook dove la bambina si chiede perché gli altri piccoli vanno a scuola e lei deve restare a casa. Non se lo sa spiegare, lei vorrebbe solo giocare con gli altri compagni, ma la burocrazia e le lungaggini le impediscono di farlo. Unica speranza è che il suo appello sia ascoltato e chi può intervenga velocemente risolvendo una situazione per molti versi assurda e che una bambina non può di certo capire. L’unica via è risolvere il problema, nel nome di Gioia.