Cremona, 1 novembre 2024 – Ha risposto alle domande del giudice delle indagini preliminari che è andato in carcere a interrogarlo, mostrandosi più lucido rispetto al primo interrogatorio in Questura, dove era stato portato dopo l’omicidio e dove si era avvalso della facoltà di non rispondere. Marco Viti, 48 anni, di Cremona, ha ricostruito quanto accaduto nel pomeriggio di lunedì quando ha accoltellato a morte Paolo Gamba, 44 anni, che lo aveva ospitato il giorno prima.
“Mi ha ferito con una coltellata, allora io ho preso un altro coltello e mi sono difeso”. Così ieri Viti ha risposto alle domande del gip Giulia Masci davanti al suo avvocato Paolo Rossi. Marco Viti ha ricostruito l’accaduto a casa di Paolo Gamba. Uscito di prigione il 15 ottobre, dopo aver scontato 18 mesi per una condanna per stalking, rapina e resistenza a pubblico ufficiale, Viti non sapeva dove andare, non avendo una casa. Domenica aveva però incontrato Gamba, che si era offerto di ospitarlo. Ma la convivenza tra i due non aveva funzionato da subito e lunedì pomeriggio si era acceso un litigio. Gamba non intendeva tenerlo più con sé.
I due hanno litigato prima verbalmente e poi sono passati alle mani. A un certo punto Gamba ha preso un coltello e ha sferrato un fendente al fianco a Viti, che a sua volta ha trovato un coltello in cucina e ha colpito quattro volte Gamba, uccidendolo. “Il mio assistito resta in carcere per il momento – spiega l’avvocato Rossi – perché non intendiamo avanzare alcuna istanza, visto che non saprebbe dove andare. Tuttavia ritengo che a breve potrà essere trasferito in una struttura differente dal carcere di Ca’ del Ferro perché deve sottoporsi a chemioterapia, visto che è affetto da un tumore”.