Liceo del Made in Italy: al Munari di Crema un solo iscritto ma la classe si fa (col sorteggio). E scoppia la bufera

Le ipotesi per completare la classe: spostamento volontario degli studenti dall’indirizzo economico-sociale o estrazione a sorte dei 24 elementi necessari. La senatrice Malpezzi (Pd): leso diritto di scelta di ragazzi e famiglie, intervenga Valditara

Crema (Cremona) – Nel Cremonese il liceo del Made in Italy è diventato un caso. Il Munari di Crema è infatti tra le dodici scuole lombarde che hanno dato la disponibilità ad avviare il nuovo indirizzo didattico voluto dal Governo per l’anno scolastico 2024-2025. Nella scuola cremasca si è però registrato un’unica adesione: solo uno studente si è iscritto. Nonostante ciò il dirigente dell'istituto, Pierluigi Tadi, ha deciso di far partire comunque la classe. Secondo quanto appreso il dirigente avrebbe proposto due opzioni alle famiglie, contattate attraverso una lettera: o gli studenti che si sono iscritti all'indirizzo economico sociale scelgono volontariamente di cambiare il corso, oppure saranno estratti a sorte i 24 studenti necessari per far partire la classe del Made in Italy. Una scelta intorno alla quale sta montando il malcontento di studenti e famiglie e che è già diventata un caso politico. 

"Ritengo molto grave la scelta del dirigente dell'Istituto Munari di Crema che ha deciso di attivare la classe del Liceo del Made in Italy nonostante abbia ricevuto una sola iscrizione. Una forzatura inaccettabile che lede il diritto di scelta di studenti e famiglie – ha sottolineato la senatrice del Pd, Simona Malpezzi, che annuncia un'interrogazione parlamentare -La riforma è nata male e di corsa e non è un caso quindi che le famiglie abbiano liberamente scelto di non iscrivere i propri figli ad un percorso rispetto al quale non si conoscono neppure le indicazioni per gli anni successivi al biennio.

Per questo è inaccettabile che si proceda d'imperio senza rispettare la volontà dei ragazzi e delle loro famiglie che a Crema avevano scelto in larga maggioranza, quasi in totalità, tranne uno, l'opzione 'economico sociale’ e adesso sono costretti a scegliere tra il Liceo Made in Italy o ad essere sottoposti ad un assurdo sorteggio. Una situazione inammissibile per cui chiederemo spiegazioni al Ministro Valditara. Pensano davvero di poter imporre l'iscrizione al Liceo del Made in Italy?”. 

"Quanto sta succedendo al Munari di Crema non è accettabile, la volontà di studenti e famiglie non può essere calpestata – ha detto il consigliere regionale lombardo del PD Matteo Piloni -.  “Molte famiglie, e con loro alcuni insegnanti, stanno già criticando questa volontà e anche questa volta non saranno lasciati soli nel farlo”.  

Critica anche la senatrice di Avs Aurora Floridia:  “Altro che flop, si è ormai superato ogni limite. Il Liceo del Made in Italy, quando non è scelto volontariamente dallo studente, si può vincere a sorte. È il caso dell'Istituto Munari, a Crema, dove c'è stata solo un'unica iscrizione. Il dirigente della scuola ha deciso di risolvere la questione così, attivando comunque la classe con gli studenti che invece hanno scelto la vecchia opzione 'economico sociale’, che sono un totale di 48 alunni. Una vergogna. Poco importa dei desiderata dei ragazzi, siamo arrivati alla dittatura scolastica? Presenterò un'interrogazione al Ministro Valditara - ha concluso -, per chiedere se sia possibile una forzatura del genere e anche per sapere se questa situazione si stia verificando in altre scuole”.