PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Sparisce la direttrice di una banca e con lei anche un milione di euro

San Bassano, la 51enne ora è accusata di truffa aggravata

La sede del Credito padano di San Bassano

San Bassano (Cremona), 15 marzo 2017 - Sembra sparita la direttrice della filiale del Credito padano di San Bassano. La donna, 51 anni, residente in un paese limitrofo, è accusata di truffa aggravata nei confronti di almeno una ventina di clienti e di aver dirottato su conti correnti aperti ad arte e a lei riconducibili una cifra che potrebbe arrivare al milione di euro e forse superarlo. Perché l’inchiesta interna promossa dalla banca è solo agli inizi e non si sa che cosa scopriranno gli ispettori che stanno scandagliando le centinaia di conti correnti della filiale. La notizia è trapelata a inizio settimana, anche se qualcosa stava emergendo già nei giorni scorsi. La direttrice era stata chiamata dagli ispettori che avevano iniziato una normale indagine di routine che la banca mette in atto ogni due anni.

«Gli ispettori – riferisce l’avvocato Gianpietro Gennari che con il collega Cesare Gualazzini tutela gli interessi del Credito padano – hanno notato qualcosa che non capivano bene e hanno chiesto alla direttrice di spiegare. La funzionaria ha fornito spiegazioni vaghe, tanto che il giorno successivo gli stessi ispettori hanno chiamato la direttrice per convocarla in sede e chiarire meglio. A quel punto si sono sentiti dire che lei si dimetteva. La conversazione è finita lì e la donna è sparita». Ma cosa sarebbe successo? Secondo una prima indagine, la direttrice, dipendente della filiale da una decina di anni, assunta come impiegata e in breve diventata la numero uno, era persona di riferimento per la banca e di fiducia per i clienti, molti dei quali facoltosi.

Negli ultimi tempi, facendo leva sul suo carisma, avrebbe consigliato ad alcuni clienti di impiegare i risparmi in investimenti azionari, riuscendo anche a portare a casa buoni risultati. Tuttavia, una parte dei guadagni che i clienti ottenevano venivano dirottati su conti correnti che alla fine erano nella disponibilità della direttrice. D’altro canto, nessuno si lamentava, anche perché tutti ricevevano una parte del guadagno. Nell’ispezione sarebbero venuti alla luce particolari sconcertanti. Per esempio, vi era una serie di conti correnti intestati a ospiti di una vicina casa di riposo, del tutti ignari. Oppure, una parte degli investimenti che i clienti autorizzavano erano fatti utilizzando moduli sui quali erano state apposte firme false. Al momento, sembra che gli ammanchi vadano da 20 a 50mila euro ciascuno. Sconcerto da parte della banca, 36 filiali in Italia, 28 in Lombardia, 16 in provincia di Cremona, che ha fatto sapere che è pronta a risarcire i clienti gabbati. In attesa di rifarsi sull’impiegata infedele.