
Ogni anno in Italia avvengono circa 2.500 aggressioni al personale sanitario
Un uomo di 34 anni è stato denunciato mercoledì per aver tirato fuori un coltello al pronto soccorso di Cremona spaventando pazienti e personale sanitario. Il trentaquattrenne, in palese stato di agitazione, era in ospedale per un incidente stradale ed è stato fermato dai carabinieri.
L’uomo era stato accompagnato in pronto soccorso in ambulanza dopo che era caduto in motorino. Lamentava dei dolori e insisteva dicendo che gli strumenti sanitari che gli avevano applicato al collo e alla schiena erano troppo stretti. Giunto in ospedale si è slacciato tutto e ha rifiutato le varie visite mediche e i prelievi previsti dal protocollo.
Medici e infermieri hanno provato a calmarlo facendolo sdraiare su un lettino, ma lui si è alzato, ha tirato fuori un coltello a serramanico a lama lunga. Non ha minacciato nessuno ma l’ha fatto chiaramente vedere a tutti. È stato a quel punto che una coraggiosa infermiera è riuscita ad avvicinarsi, parlargli e convincerlo a chiudere il coltello ed appoggiarlo.
Sul posto sono dunque arrivati i carabinieri, chiamati dai sanitari. Alla vista dei militari il trentaquattrenne si è calmato e ha accettato di sottoporsi alle cure di cui aveva bisogno. Al termine delle visite i carabinieri hanno scoperto che l’uomo aveva precedenti e lo hanno denunciato per porto abusivo di un'arma da taglio.
Le aggressioni in ospedale
Le aggressioni al personale sanitario in Italia rappresentano un fenomeno stabile, sottostimato e preoccupante. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’Inail, nei cinque anni tra il 2016 e il 2020 sono avvenuti di 12 mila casi accertati di violenze, aggressioni e minacce contro medici, infermieri e operatori sanitari. Quasi sette al giorno.
Secondo i dati riportati dalla Croce Rossa Italiana, i responsabili delle aggressioni sono nel 49 per cento dei casi i pazienti, nel 41 per cento familiari o pazienti e nell’8 per cento da utenti in generale o altri operatori sanitari. “La categoria maggiormente colpita – scrive la Croce Rossa – risulta quella degli ausiliari sanitari (59% per cento delle vittime nel 2016). Si riduce negli anni la quota di infermieri (da 23.5% a 14.5%), rimane costante la quota di medici (2.4%-2.6%)”.